REDAZIONE LA SPEZIA

Acrobazie per il recupero di un caprone

Precipitato mercoledì da una scarpata sugli scogli di Punta Mesco. Pressing per il soccorso, ieri l’intervento del Soccorso Alpino

Complessa operazione di recupero di un caprone precipitato sugli scogli a Punta Mesco nel Parco nazionale delle Cinque Terre. L’intervento è stato reso difficile dalla stazza dell’animale e dall’unica possibilità di raggiungerlo: dal mare, stante il costone roccioso impraticabile. Il caprone era ferito. La caduta risale, almeno, a mercoledì sera. Risale infatti a quel tempo la segnalazione giunta al Parco delle Cinque Terre della presenza dell’animale sugli scogli. Ma è stato impossibile, stante l’emergenza meteo in atto e in divenire, disporre un intervento tempestivo. "Mare off limits per tutta la giornata di giovedì a causa del fortunale e risacca importante anche nella giornata di venerdì, con difficoltà di accosto al luogo prossimo alla caduta dell’animale" fanno sapere dal Parco. Di qui l’intervento nella giornata di ieri. Mobilitati uomini e mezzi del Soccorso Alpino e del Parco Nazionale delle Cinque Terre.

Il lungo periodo di giacenza sugli scogli dell’animale ha innescato indignazione da parte di alcuni osservatori che frequentano la spiaggia di Punta Mesco. Mercoledì scorso, poco prima che si abbattesse sulla costa ligure di levante la bomba di vento e di acqua che la ha flagellata, lo sventurato caprone nero è franato a valle in una impervia e inaccessibile scarpata dalla mezza costa del Mesco dove pascolava con il branco di capre selvatiche che abita da un decennio nel bosco di macchia mediterranea, probabilmente fratturandosi tutte e quattro le zampe o comunque restando lì immobile e paralizzato ma vigile e cosciente. Da quel momento, da quel luogo e da quella posizione non si è più mosso, perdendo visibilmente sangue dal volto e provando senza risultato, sotto gli occhi di impotenti gitanti e nuotatori delle Cinque Terre, a spostarsi dall’impervia scarpata dove è andato a finire. "Vado periodicamente a controllare se per caso sia stato soccorso ma - diceva ieri mattina Ludovico Latmiral, brillante fisico milanese in prestito alla finanza- più che assistere a quello strazio senza attrezzatura idonea non c’è nulla che si possa fare". Vano l’avvio del pressing, di vari bagnati, su vari fronti istituzionali per sollecitare il recupero. Solo ieri, con condimeteo assolutamente favorevoli, l’intervento degli operatori del Soccorso Alpino attraverso un gommone messo a disposizione dal Parco. In primo luogo l’animale è stato sedato da un medico del Soccorso alpino, successivamente, avvolto da una rete, è stato trasbordato sul gommone che lo ha trasferito nel porto di Monterosso. Da lì, alle 19, la partenza su un mezzo alla volta di Genova del RAS (Centro Recupero Animali Selvatici) dell’ENPA a Campomorone (Genova) per le cure necessarie.

Corrado Ricci