Dai deserti affrontati con i fuoristrada all’altomare in barca a vela passando per i reportage filmati e il volontariato per portare il conforto ai bambini malati. Una vita avventurosa, intensa e solidale quella di Giorgio Lacava, videomaker di professione e tante altre cose, prima di tutto marito e padre premuroso. Il suo grande cuore ha cessato di battere nei giorni scorsi, all’età di 62 anni, nella casa di famiglia a Bolano. L’ultimo saluto gli è stato tributato in forma privata: troppo forte di dolore dei familiari per sostenere il rito funebre. Ma sentito, da parte loro, il desiderio di ringraziare tutti coloro che, increduli della scompasa, hanno testimoniato vicinanza. "Grazie dell’affetto in questo momento terribile" dice la moglie Franca, nel riaffiorare dei ricordi. "Ci eravamo conosciuti il 21 giugno 1982 da allora abbiamo iniziato a fare viaggi avventurosi con il nostro fuoristrada nel deserto del Sahara e da lì è nato il nostro amore per l’Africa". Il pensiero va alle gare estreme, guidando a turno tra Niger, Nigeria, Camerun, Zaire, Ruanda, Tanzania, Zambia, Zimbawue. Poi la svolta di trasformare la passione in lavoro, dando assistenza ai campioni impegnati nei rally africani. Tante le miglia battute, in 25 anni, con Franca e le figlie Eleonora e Sofia alla scoperta delle meraviglie del Mediterraneo, sulla barca di famiglia "Ragamuffin", un Nauticat 39. Ciò in parallelo all’attività professionale per la produzione di filmati commerciali e documentari (come quelli sula nave scuola Vespucci e sull’isola del Tino), con riprese anche dall’elicottero. Al lavoro affiancava anche il volontariato con l’allestimento dei banchetti (natalizie e pasquali) per la raccolta fondi a sostegno della Fondazione Theodora impegnata neglii ospedali pediatrici per favorire, col gioco, momenti di evasione ai bambini alla prese con la malatttia.
Corrado Ricci