Sarzana, 19 luglio 2024 – Era fuori dal bar, appostato, pronto all’agguato e quando ha visto quella persona anziana uscire, le si è avventato addosso per rubarle il borsello, convinto che avrebbe avuto gioco facile.
Lui, il rapinatore, un atletico trentenne di colore, non sapeva però che quell’uomo dall’aspetto mite – che a maggio ha compiuto 84 anni – fosse un maestro di judo, cintura nera sesto dan. E non è andata proprio come sperava. È successo qualche settimana fa a Sarzana vicino ad un negozio di bricolage. Il protagonista, lo spezzino Vito Gigliola, ha deciso soltanto adesso di parlarne, soprattutto per mettere in guardia gli uomini e le donne di una certa età. "Erano circa le 14.30 e ad un certo punto – spiega l’esperto judoka – dopo essere uscito dal locale dove avevo giocato al lotto, mi sono sentito tirare forte il marsupio dove avevo il telefono, il portafoglio e le chiavi della macchina.
Non l’avevo sulla spalla, perché altrimenti avrei subito applicato una tecnica corpo a corpo che conosco bene, ma lo tenevo con il braccio dentro. Questo ragazzo mi ha urlato ‘Lascia!’ e mi ha sferrato un pugno che mi ha colpito sotto lo zigomo destro". Ma Gigliola non ha mollato e con precisione e prontezza ha reagito. "Ho sfruttato la sua forza e quando mi ha tirato verso di lui, gli ho sferrato un calcio al ginocchio, seguito da un pugno al volto". Non c’entra niente col judo? E invece sì. "Il judo, oltre che essere una disciplina, non solo ti lascia l’istinto della reazione, ma ha al suo interno due o tre kata di difesa personale che un maestro deve conoscere, con calci e pugni. Ad esempio all’aggressione con coltello, si risponde con calci e leve". Comunque, è finita bene, perché l’autore della tentata rapina ha lasciato il borsello ed è scappato correndo, mentre poi sono arrivati un ragazzo e una ragazza su uno scooter, che hanno visto parte della scena. Successivamente sono anche intervenute le forze dell’ordine, che hanno consigliato a Gigliola – con un’escoriazione sul volto – di recarsi al pronto soccorso.
"Ma non era niente di particolare dunque ho declinato. Mi è solo venuto l’ematoma il giorno dopo". Vito Gigliola, maestro benemerito, è cintura nera da una sessantina d’anni e dopo aver fondato il Judo Circolo ricreativo Enel e qualche anno con la Virtus, ha creato la Judo Insieme – con presidente il figlio Francesco, quinto dan – , da vent’anni fucina di campioni nella palestra nel parco comunale della Pieve. "Mio padre ha avuto il sangue freddo – aggiunge Francesco Gigliola – che ti instillano le arti marziali. Il controllo che serve nelle situazioni di pericolo". Intanto Vito, anche ieri era in palestra non solo ad insegnare, ma per i consueti esercizi per gli addominali, una corsetta e un salto in sala pesi.
Marco Magi