REDAZIONE LA SPEZIA

Alga della Palmaria sorvegliata speciale

L’Enea guida gli studenti universitari in biologia alla scoperta di tesori ambientali e criticità. Allarme per il rialzo delle temperature marine

L’oasi marina di Porto Venere, e in particolare le acque dell’isola Palmaria, ‘riscoprono’ la vocazione-valorizzazione di tesoro ambientale per effetto dell’ Enea e dei programmi di ricerca all’interno della rete Lter che ‘abbraccia’ una serie visiti terrestri e marine di spiccato valore ecologico. L’Enea è il referente per il macrosito del Mar Ligure Orientale e, ogni anno, grazie alla collaborazione pluri-decennale con l’Università di Pavia, accompagna gli studenti del curriculum “Biologia ambientale e biodiversità” della laurea magistrale in Scienze Biologiche “Biologia sperimentale e applicata” in un laboratorio didattico sul campo di tre giorni per conoscere il Parco Naturale Regionale, i suoi ecosistemi marini, la vegetazione e la geologia. E’ successo anche dal 30 maggio al primo giugno, dopo due anni di fermo dovuti alla pandemia. Teatro delle ricerche due siti dell’isola Palmaria: Pozzale e il Secco. Nel mirino, in particolare, la distribuzione e l’abbondanza di una specie di alga corallinacea (Ellisolandia elongata) che forma architetture naturali nella fascia di marea favorendo la biodiversità. "Durante questi tre giorni di esperienza sul campo, immersi nella bellezza e nella natura dell’Isola Palmaria, gli studenti – spiega le ricercatrice-accompagnatrice dell’Enea Chiara Lombardi – hanno avuto modo di vivere un’esperienza mirata all’osservazione delle peculiarità naturali dell’isola, in un contesto di sostenibilità, con pernottamento nell’Ostello di Portovenere, pranzi al sacco e spostamenti a piedi per raggiungere i siti di campionamento. Insieme a loro le professoresse e docenti Anna Occhipinti e Agnese Marchini del Dipartimento di Scienze della Terra e dell’Ambiente dell’Università di Pavia" Rilevamenti da segnalare? "L’aumento delle temperature registrate negli ultimi 15 giorni di maggio ad un 1 metro di profondità di ben 8° (osservatorio Smart Bay S.Teresa) hanno determinato effetti sulla specie tipici dell’estate, riduzione in abbondanza in entrambi i siti, rottura e sbiancamento delle fronde".

Per il resto? "Il muoversi lento e a piedi, immersi nella Natura, imparando ad osservare la vegetazione naturale e a conoscere la geologia dell’isola, grazie alle lezioni del botanico Fabio Giacomazzi e del geologo Mattia Barsanti (Enea), ha rappresentato un elemento chiave per apprezzare le bellezze naturali e contribuire alla loro tutela pur in presenza di un significativo carico antropico. L’esperienza, che rientra a pieno titolo negli esempi di turismo lento e sostenibile, è stata seguita da Davide Fiz, ideatore del progetto “Smart Walking”( https:www.instagram.comsmartwalking_official), che ha accompagnato i ragazzi nelle esplorazioni sull’isola".

Corrado Ricci