Una sfida nelle viscere della terra e un’avventura di grande fascino. A compiere l’impresa i giovani escursionisti Matteo Andreani di Pignone e Domenico Grossi di Spezia, che armati di coraggio e voglia di nuove imprese hanno sfidato la natura incontaminata e le insidie della mitica Grotta Grande di Pignone finora visitata, tempo addietro, solo da speleologi professionisti. Abituati a esibirsi in bike sui sentieri impervi della collina al confine con le 5 Terre, Matteo e Domenico hanno deciso di superarsi addentrandosi nelle cavità della Terra alla ricerca di nuove emozioni. Come è nata l’idea di questa avventura? "Domenico ama gli sport estremi – spiega Matteo – mi ha espresso il desiderio di visitare una delle grotte di Pignone. Allora gli ho proposto di visitare quella meglio accessibile, la famosa Grotta Grande, un secolo fa cava di estrazione dell’onice usato per soprammobili e ornamenti. Il primo tratto della grotta è molto ampio e facilmente esplorabile, però volevo rendere l’escursione più interessante portando Domenico nel punto più misterioso della grotta, il punto più naturale, non essendo stato intaccato dall’estrazione del minerale. Con caschetto e luci lavoro ci siamo addentrati. Passato il primo tratto siamo arrivati alla diramazione che porta nella vera grotta naturale, dove iniziano passaggi stretti e passaggi aerei, dove serve una minima abilità di arrampicata, aiutandosi con una corda messa da speleologi per poi passare in cunicoli stretti dove bisogna strusciare nel fango". In alcuni antri è possibile vedere stalattiti e stalagmiti di varie forme e grandezze. "Poi non mancano gli abitanti delle grotte, i pipistrelli appesi a testa in giù oltre a un piccolo animale, il geotritone nome tecnico speleomantes ambrosii, endemico di alcune zone della Liguria". L’ escursione è durata circa 2 ore tra andata e ritorno e abbiamo esplorato oltre la metà della lunghezza complessiva della grotta".
Euro Sassarini