Non solo le famiglie, che dal prossimo anno dovranno risparmiare un po’ di più per far fronte al possibile aumento spropositato delle tariffe per il consumo di acqua. I rincari toccheranno direttamente anche le imprese, soprattutto quelle che fanno dell’acqua uno dei principali componenti dei propri processi produttivi. Sul tema, Confartigianato da qualche giorno ha avviato una serie di interlocuzioni con le categorie che rischiano di essere penalizzate. "Siamo sinceramente preoccupati come associazione per l’aumento tariffario del sistema idrico per sei anni del 9,95% rispetto all’attuale tariffa – dichiara Nicola Carozza, responsabile categorie Confartigianato –. Le categorie economiche sinora non sono state né sentite né informate. Auspichiamo sia possibile, come sempre avvenuto sinora con Acam Acque, avviare un ragionamento che non penalizzi le aziende che utilizzano l’acqua nei loro processi produttivi: frantoi oleari, lavanderie, caseifici, autolavaggi, lavorazioni lapidee, strutture ricettive, produzioni alimentari. Gli investimenti sono necessari per riqualificare la rete idrica provinciale ed evitare dispersioni ma non deve pesare sull’utenza".
Una situazione delicata, dunque, quella che rischia di stagliarsi di fronte a migliaia di piccole e medie aziende spezzine. Come la lavanderia Quality situata nel cuore del Canaletto, punto di riferimento del quartiere da ventidue anni gestito da Sylwia Oles. "Ci mancavano solo gli aumenti dell’acqua. Ormai sta rincarando di tutto, questa rischia di essere una mazzata per la nostra attività. Se si continua di questo passo, siamo destinati a chiudere" dice mestamente la titolare. Mediamente, la bolletta per tale attività è di circa 400 euro ogni bimestre, "ma con questi rincari non oso immaginare come saranno le prossime. É aumentata anche l’energia, il nylon per imbustare i vestiti. Non possiamo alzare i prezzi, anche per una questione di concorrenza, ma se aumentano ancora i costi i margini di guadagno saranno annullati. A volte viene voglia di chiudere". Guardano con preoccupazione all’evolversi della situazione anche i titolari dei frantoi, per il quale l’acqua è fondamentale nei processi produttivi. "Il rischio concreto – spiega Luigi Ambrosini, presidente di Confartigianato Frantoiani – è che questi ennesimi rincari possano ripercuotersi sulla filiera, dalla frangitura fino alla vendita delle bottiglie. Le lavorazioni dei frantoi hanno bisogno di molta acqua, l’impatto delle bollette rischia di essere importante. Con Acam Acque abbiamo sempre avuto un buon rapporto, ma alzare così tanto le bollette rischia di essere pericoloso per molte attività". Una situazione, quella dei frantoiani spezzini, peraltro già peggiore dei colleghi del ponente ligure, dove il gestore applica tariffe convenzionate, decisamente più soft, ai frantoi, così da facilitare il comparto agricolo. "Qui da noi non accade – dice Ambrosini –, vedremo a questo punto se riusciamo ad avere un prezzo migliore".
Matteo Marcello