Varese Ligure (La Spezia), 30 settembre 2024 – I primi casi risalgono alla fine di agosto, con focolai che avevano colpito due allevamenti situati nell’entroterra di Genova e di Savona. Ora la blue tongue, conosciuta anche come malattia della lingua blu o febbre catarrale ovina, patologia di origine virale che colpisce bovini, ovini e caprini ma non costituisce un pericolo per l’uomo, arriva nello Spezzino.
Un focolaio è infatti scoppiato in un allevamento portando alla morte di oltre una decina di ovini, tra esemplari adulti e agnelli di pochi mesi. Una sciagura, per l’azienda varesina, che in pochissime settimana ha visto il gregge decimato per colpa del virus, che si trasmette da un animale ad un altro attraverso la puntura degli insetti vettori, in particolare un moscerino. La vicenda ha visto ovvi amente l’interessamento degli ispettori della struttura complessa di Sanità animale e del servizio di veterinaria di Asl4, intervenuta presso l’allevamento per un sopralluogo a seguito della segnalazione dell’allevatore: in corso gli esami per l’individuazione del sierotipo, ovvero del ceppo del virus che ha provocato la morte degli ovini. L’episodio ha aumentato ulteriormente l’attenzione degli allevatori della vallata, già da mesi messi in allarme da quanto accaduto nell’entroterra genovese.
Asl5, a inizio settembre, aveva chiamato a rapporto gli allevatori della Val di Vara per fornire tutte le informazioni necessarie inerenti la prevenzione e la diffusione del virus, mentre Alisa, l’azienda sanitaria ligure, già ad agosto aveva disposto l’applicazione di alcune linee guida, come il blocco condizionato in uscita negli allevamenti ovicaprini e bovini posti nei 20 chilometri di raggio dalla sede dei focolai, l’obbligo di visita clinica e trattamento con prodotti insetto-repellenti per quegli animali destinati alla ’movimentazione da vita’, mentre per gli animali da macello, la movimentazione deve essere effettuata con mezzi di trasporto trattati con insetticida.
Mauro Rattone, sindaco di Varese Ligure, nel confermare la vicenda, lancia una proposta affinché gli allevatori costretti a subire la perdita dei propri capi di bestiame, possano essere indennizzati. “Per un’azienda che si trova costretta a subire la decimazione del proprio gregge a causa del virus, potrebbe essere davvero difficile ripartire – spiega il sindaco –. Per questo credo che sia necessario prevedere indennizzi per garantire la sopravvivenza degli allevamenti. Un tema che dovrebbe essere preso in considerazione anche e soprattutto da chi oggi si è candidato alla presidenza della Regione Liguria”.