
Popolo di naviganti, artisti, medici ha tenuto testa con fierezza anche alla dominazione dei romani . Gli elogi di Tito Livio per lo spirito guerriero delle donne, la bellezza che ispirò Niccolò Paganini .
di Massimo MerluzziAMEGLIAStoria e misteri si tramadano da secoli tra i vicoletti a misura d’uomo dell’arroccato borgo collinare di Ameglia. Lassù in paese la tradizione è un marchio di fabbrica e le “genti d’Amegia“ non nascondono il senso di appartenenza al loro territorio. Inutile chiedere quale sia il borgo più bello: la risposta sarà sempre a senso unico. Come del resto farebbero nelle altre frazioni amegliesi, tutte innamorate del proprio “giardino“.
Sarà perchè nel tempo sono stati abituati a confrontarsi con romani e genovesi che al tempo da queste parti non venivano spinti da nessuna intenzione turistica. Un paese tra i più antichi della provincia e della Lunigiana, discendente dai Liguri Apuani, nel quale si è continuato a scoprire nel tempo le tracce della sua storia. Non a caso la necropoli del Cafaggio è venuta alla luce soltanto del 1976 durante i lavori di realizzazione della palestra alla scuola del Cafaggio. “Forti e litigiosi“ come sosteneva addirittura Tito Livio che descriveva le donne del luogo temerarie come gli uomini. E proprio per domare un popolo fiero i romani del console Flavio Flacco dovettero deportarlo in massa nel Sannio.
Leggende? Può darsi. Ma a Ameglia le storie alimentate dal tempo e rafforzate con particolari nuovi non mancano di certo. Come quelle che ricordano la presenza dei fantasmi nel Castello oppure il passaggio di Niccolò Paganini ospite di Luigi Guglielmo Germi politico e deputato del Regno di Sardegna eletto nel collegio di Sarzana. Si narra che il paesaggio del luogo ispirò il violinista nella composizione di un Notturno. Storia e tradizione ma anche attaccamento e “resistenza“ alla discesa verso il piano, le città e altri luoghi da parte dei residenti. Nel corso degli anni tante attività commerciali sono state costrette a chiudere le saracinesche. Ma a tenere vivo il paese restano la Locanda, il baretto della piazza, l’alimentari e la parrucchiera che da 26 anni porta avanti l’attività dopo essere entrata da apprendista. Beatrice Severi accoglie le sue clienti garantendo un servizio alle residenti meno giovani come la fedelissima signora Angela. "Sono arrivata che ero poco più di una ragazzina imparando il mestiere dalla titolare Violetta – ricorda Beatrice – ma da anni porto avanti il negozio da sola. Sono originaria di Romito ma ormai mi sento parte del paese. Ci sono stati momenti difficili, non ultimo l’emergenza sanitaria, ma si sono superati. In estate si lavora decisamente di più ma resistiamo".
Per mantenere acceso il borgo ci si adatta e soprattutto si collabora. Come fa Antonio Rolla titolare dell’alimentari e tabacchi che ogni tanto esce dal locale e si carica di borse della spesa per la consegna a domicilio. "Alcuni anziani – spiega – hanno difficoltà a uscire e così mi chiamano per l’ordinazione e vado a portare la spesa direttamente a casa. E’ un servizio che faccio volentieri per i miei paesani". Per altro non è neppure agevole districarsi nei vicoletti da attraversare soltanto a piedi tanto che ci si chieda come siano stati possibili i traslochi e i lavori di costruzione. Anche il servizio di raccolta dei rifiuti non è porta a porta con i mezzi ma avviene manualmente e soprattutto utilizzando le isole ecologiche. All’ingresso del paese, sotto l’arco che ricorda il chirurgo Agostino Paci oppure i caduti delle guerre e i soldati dell’Us Army uccisi a Punta Bianca è stato ricavato l’angolo della cultura. Negli scaffali vengono portati dai volontari libri e riviste che ognuno può sfogliare, leggere comodamente seduti sulle sedie messe a disposizione. Se la libreria non c’è ci si arrangia.