La Spezia, 23 dicembre 2024 – Per due anni aveva prestato servizio di leva al Centro addestramento reclute della Marina Militare presso l’Arsenale della Spezia, operando come elettricista sulle navi dragamine Gaggia, Glicine e Vischio. Erano gli anni Sessanta, in cui l’amianto veniva utilizzato in tutti gli ambienti di vita delle navi, dalle paratie di isolamento ai locali che ospitavano le brande dei marinai. Cinquanta anni dopo, nel 2014, quel materiale mortale gli ha presentato il conto, con l’insorgenza di un mesotelioma maligno che, nel marzo del 2020, lo portò alla morte.
Un’altra vittima dell’eternit, riconosciuta nei giorni scorsi dal Tribunale del lavoro di Cagliari, che nel riconoscere la vittima come persona equiparata alle vittime del dovere, ha condannato il Ministero della Difesa non solo a un maxi risarcimento a favore di moglie e figli, ma anche al pagamento degli assegni arretrati previsti dalla legge. L’uomo, nato a Cagliari nel 1938 e deceduto a Quartu Sant’Elena nel 2020, nel corso della leva militare era stato dapprima in servizio a Marinarsen La Spezia, e poi sui tre dragamine. Nell’autunno del 2014 la scoperta della malattia, con l’Inps che già all’epoca certificò che “all’origine del mesotelioma pleurico insorto sia riconoscibile, con ragionevole grado di certezza, il ruolo causale dell’esposizione professionale ad amianto subita nel corso del periodo lavorativo come elettricista di bordo su dragamine della Marina Militare italiana, che, seppure limitata nella sua durata temporale, fu presumibilmente di entità rilevante e interessò un orario giornaliero certamente superiore alle tradizionali otto ore del turno lavorativo”.
Tuttavia la direzione generale della previdenza militare del ministero della Difesa rigettò l’istanza dell’uomo volta a ottenere non solo il riconoscimento della causa di servizio, ma anche gli assegni di legge spettanti nel caso di specie. Nel 2018, la decisione di bussare alle porte del Tribunale di Cagliari, con l’affondo giudiziario che, dopo la morte dell’uomo, fu riassunto dalla moglie e dai figli, assistiti dall’avvocato Ezio Bonanni. Nei giorni scorsi, il deposito della sentenza, con il giudice Riccardo Ponticelli che ha condannato il ministero della Difesa al pagamento di un risarcimento complessivo di 200mila euro (oltre interessi e rivalutazione) a favore della moglie e dei figli, nonchè al pagamento degli arretrati – dal 2016 alla data di decesso dell’uomo – di due assegni mensili da 500 e 1033 euro spettanti sulla base delle norme introdotte nel 1998 e nel 2024 relativamente agli indennizzi in favore delle vittime del terrorismo e delle stragi.