
Amianto, la strage silenziosa Focus su numeri e diritti negati
Asbestosi e i mesoteliomi pleurici fra le patologie che più pesavano nell’ambito della comunità spezzina in conseguenza del conto che presentano alla distanza le fibre killer: 2030 anni dopo l’incursione nei polmoni. Se ne parlerà oggi in un convegno (inizio alle 15,30) all’Nh Hotel promosso dall’associazione Afea che raduna i familiari degli esposti all’amianto, la maggior parte dei quali già servitori in divisa dello Stato nei ranghi della Marina militare. Il presidente Pietro Serarcangeli ha inviato tante personalità a prendere parte dell’iniziativa per favorire consapevolezza del problema e richiamo al bisogno di risposte. L’elenco è lungo. Inizia con la dottoressa Maria Luisa Inversini (Prefetto), l’ammiraglio Pierpaolo Ribuffo (Comandante di Marina Nord), il Contrammiraglio Giuseppe Scorsone (Direttore dell’Arsenale), il sindaco Pierluigi Peracchini e poi una sfilza di medici: Giancarlo Parentini (pneumologo), Franco Vaira (oncologo), Teseo Stefanini (radiologo) ,Laura Lombardi (presidente Lega Italiana Lotta contro i Tumori), esponenti delle forze dell’ordine e sindacali e diversi avvocati impegnati sul tema del riconoscimento dei diritti: Sandra Biglioli (referente di Afea Liguria), Sabrina Magni (Liguria), Flora Petrocchi (Toscana) e l’avvocato americano Mitchell. Il presidente di Afea Pietro Serarcangeli è intenzionato a rilanciare la battagli per lo screening sanitario degli esposti rimasta al palo e ad evidenziare altre lacune di sistema. "Moltissimi casi – dice – non vengono denunciati nonostante il teorico obbligo dell’Asl segnalare alla Procura della Repubblica i decedessi dovuti alle patologie causate dall’amianto". L’evento di giornata è stato preceduto il 28 aprile scorso, dall’omaggio al monumento che, posizionato nel comune di Follo, ricorda la vittime del dovere, col pensiero a chi non c’è più "Sono già mancati 93 nostri associati: persone care, che hanno lasciato un grande vuoto nelle loro famiglie e tra gli amici. Molti sono morti prima di ottenere giustizia – evidenzia – per cui sono gli eredi, ad andare avanti, per onorarne la memoria, anche sul piano del riconoscimento previsti dalla legge"