REDAZIONE LA SPEZIA

Anche don Giulio si schiera "Una battaglia di civiltà"

Il prete: "Così la scuola un luogo sempre più inclusivo e non discriminante"

Anche don Giulio si schiera "Una battaglia di civiltà"

Dal suo ritiro di Sarzana don Giulio Mignani – l’ex parroco di Bonassola sospeso ad ottobre a divinis dal vescovo Luigi Ernesto Palletti per le esternazioni su coppie arcobaleno, aborto ed eutanasia contro il magistero della Chiesa - ha molto tempo a disposizione per leggere e riflettere, oltre a partecipare alle funzioni da "componente del popolo di Dio" come ama definirsi. Vorrebbe fare il volontario nella Caritas ma, quanto meno per ora, il capo della Diocesi ritiene di non poterlo accontentare. Da volontario si adopera in una cooperativa per servizi ai minori. Attende, spera, legge, si relaziona con vecchi e nuovi amici, risponde a tutti coloro che gli chiedono conforto spirituale. Ieri avrebbe voluto firmare la petizione on line a sostegno del preside del Capellini-Sauro promossa dagli insegnanti della scuola ma la stessa si è chiusa prima di poterla sottoscrivere. La circostanza è rimbalzata a scuola insieme alla notizia della testimonianza di solidarietà resa ad Antonio Fini attraverso una lettera di plauso. Ecco alcuni stralci. "Desidero manifestarle la mia piena solidarietà e il mio unirmi alle tante persone che desiderano opporsi con forza a questo tentativo di ostacolare la vostra battaglia di civiltà che ha come obiettivo quello di rendere la scuola un luogo sempre più inclusivo e non discriminante".

Il sacerdote sottolinea che il bisogno di riconoscimento è "uno dei bisogni umani primari ed è fondamentale che in quale tale venga ascoltato prima di tutto dalle scuole".

La possibilità offerta dalla carriera alias, pur trattandosi di una pratica informale, ha dunque per don Giulio "un altissimo valore, che assume un’importanza ancora maggiore per il fatto di essere realizzata all’interno di una struttura preposta all’educazione dei giovani".

Sottoscrive l’avvocato Cristina Polimeno che ha accompagnato il percorso di Samuele (vedi il pezzo di apertura della pagina) verso il traguardo della sentenza. "La carriera alias - dice - è importante per le persone trans in età scolastica, serve a tutelare la loro privacy in relazione a dati sanitari e personalissimi e a tutelarli da discriminazioni e disagio. È uno strumento essenziale anche contro l’abbandono scolastico, che prima della sua diffusione era estremamente frequente fra giovani in transizione".

Corrado Ricci