REDAZIONE LA SPEZIA

Arsenale, in forno un centinaio di assunzioni Ma per i sindacati i bisogni sono sottostimati

Cgil, Cisl e Uil chiedono più concretezza al capo di stato maggiore Credendino, in visita nei giorni scorsi alla base navale del Golfo

Assunzioni, soldi per le infrastrutture e un piano industriale di rilancio: è una ‘lista della spesa’ lunga e ormai nota, quella che i sindacati Fp Cgil, Cisl Fp e UilPa hanno virtualmente consegnato nelle mani del Capo di stato maggiore della Marina militare, l’ammiraglio Enrico Credendino, in visita alla Spezia. L’incontro che ha permesso di fare il punto sulle note criticità che da anni attanagliano la base navale spezzina, ha lasciato con l’amaro in bocca le organizzazioni sindacali. L’ammiraglio Credendino ha annunciato l’organizzazione a breve di una riunione operativa e pianificatrice delle richieste da avanzare per il futuro della base spezzina, dichiarando di seguire da vicino le procedure che porteranno a circa 220 assunzioni negli enti del territorio, delle quali un centinaio per il solo arsenale della Spezia, che oggi conta 540 dipendenti civili (1700 considerando tutti gli enti che operano all’interno della base navale).

Il capo di stato maggiore ha poi annunciato ulteriori risorse da impiegare nell’ammodernamento delle infrastrutture dell’Arsenale, attraverso un nuovo finanziamento del Piano Brin per 72 milioni di euro, cui andranno aggiunti almeno altri 300 milioni di euro per l’ampliamento e l’adeguamento tecnologico delle infrastrutture degli arsenali della Marina dislocati nel Paese. Un quadro di speranze per il quale le organizzazioni sindacali, di contro, hanno chiesto maggiori certezze, sollecitando un’azione congiunta tra Marina e sindacati nei confronti della politica sul futuro della base spezzina, e sottolineando come "le assunzioni programmate da tempo sono state calcolate su fabbisogni relativi a dati di qualche anno fa, mentre ad oggi le necessità occupazionali sono ben più elevate. Sarebbe pertanto opportuno che il numero delle assunzioni fosse molto più ampio e realizzato in tempi celeri. Altrimenti – spiegano i sindacalisti – il rischio concreto sarà quello di vedere bloccate la quasi totalità delle attività svolte dal personale civile della base navale". Non solo: per ciò che concerne gli investimenti, Fp Cgil, Cisl Fp e UilPa hanno posto l’accento sulla necessità di un piano industriale di rilancio della base spezzina "che preveda nel dettaglio quali attività saranno mantenute e sulle quali investire, comprese quelle formative, ripristinando ad esempio la scuola allievi operai", mettendo nel mirino i finanziamenti del Pnrr, che "potrebbero liberare risorse da impiegare in tal senso. La carenza di finanziamenti ha di fatto reso sempre impossibile, in passato, un massiccio piano di investimenti, che sarebbe invece necessario; oggi più che mai – dicono i sindacati – in considerazione del fatto che la sinergia esistente tra Italia e Paesi stranieri, in ottica di creazione di un sistema di difesa europeo, candida Spezia quale territorio ideale che possa fungere da perno di tale sinergia, e tenuto conto che sul territorio insiste un intero circuito industriale militare sia pubblico che privato".

"Pur apprezzando la disponibilità mostrata dal Capo di stato maggiore della Marina, non siamo soddisfatti del livello poco approfondito e dell’esito assolutamente non vincolante dell’incontro: urge la convocazione di una prossima riunione, che in relazione all’impegno assunto dai vertici della Marina dovrà avvenire nel giro di un breve periodo e dovrà avere un carattere molto operativo" avvertono i sindacati.

Matteo Marcello