Alcuni dipendenti oggi riceveranno meno di quanto gli spetta, e dovranno aspettare la fine del mese per veder accreditato in banca il resto dello stipendio. Altri, invece, riceveranno di più, e nella prossima busta paga – quella di febbraio – dovranno restituirlo. Accade in Atc, dove è caos anche nel pagamento delle retribuzioni, con i sindacati ancora in trincea e pronti a mettere nel mirino il management aziendale. Le organizzazioni sindacali di categoria già da tempo stavano monitorando la situazione, tanto che con una nota interna lo scorso 20 gennaio avevano paventato il rischio di ritardi nella regolare emissione delle buste paga. Un pericolo che è diventato certezza con la pubblicazione, da parte dell’azienda, di un avviso al personale, nel quale la stessa azienda, nell’annunciare l’accreditamento degli stipendi con valuta 27 gennaio (oggi), ha contestualmente comunicato che l’emissione dei cedolini avverrà solo mercoledì 29 gennaio. Il motivo è presto detto: i ritardi accumulati negli uffici deputati alla corresponsione delle retribuzioni non permettono all’azienda di pagare nei tempi l’esatto stipendio a ogni dipendente. Così, dal quartier generale di via Leopardi hanno pensato di liquidarne solo una parte consistente, rimandando a fine mese i calcoli sull’esatta retribuzione. In questo modo, tra i dipendenti ci sarà chi, a seconda dei turni e dei servizi svolti, prenderà di meno di quello che avrebbe dovuto vedersi accreditato sul proprio conto corrente. Altri invece prenderanno di più, e saranno ’costretti’ a riconsegnare la parte eccedente della propria regolare retribuzione con la prossima busta paga di febbraio.
"L’emissione dei cedolini avverrà il 29 contestualmente all’erogazione di eventuali conguagli" si legge nella nota aziendale interna, nella quale si specifica che "nel caso emergessero conguagli a favore del dipendente, eventuali giorni di valuta saranno recuperati in costanza di erogazione delle competenze del mese di febbraio". Un disagi la cui causa, secondo le organizzazioni sindacali di categoria, sarebbero da ricondurre alla decisione dell’azienda, presa alla fine del 2024, di spostare una dipendente dell’ufficio del personale al settore ragioneria, per andare a colmare il vuoto lasciato dalla mancata assunzione di un contabile, il cui bando di gara è stato annullato ad Atc. "L’erogazione non completa degli stipendi e il tempo ridotto in cui l’azienda si è resa disponibile a saldare il dovuto,non è frutto di un disguido – spiegano in una nota interna le segreterie territoriali di Filt Cigl, Fit Cisl e Cobas –. È il risultato di una scelta gestionale del Dg di aver privato di una risorsa l’ufficio preposto alle paghe. Avevamo immediatamente rilevato che la scelta si era consumata senza alcun confronto. Risultato? Gli stipendi escono con somme parziali. Come può un’azienda come Atc permettersi di fare errori grossolani come questi? Basta guardarsi intorno e capire che qualcosa non sta funzionando. Corse che saltano quotidianamente, mezzi senza obliteratrici, indicatori di percorso fatti di cartone, personale di linea e di officina obbligato costantemente a lavorare sotto organico, con continuo ricorso allo straordinario per far uscire il servizio, mezzi fermi da mesi. La lista è lunga. Tutto ciò avviene nel silenzio assoluto della direzione. Atc è lo spettro di se stessa, la dirigenza è completamente miope rispetto ai problemi e inadeguata alle nuove sfide di una città profondamente mutata nel proprio tessuto economico e sociale. Nessuna visione di trasporto pubblico, nessuna iniziativa, solo un lento e costante tracollo."