CORRADO RICCI
Cronaca

Attacco terroristico a La Spezia, ma è una simulazione: test interforze per la sicurezza

Dal principio di incendio alla segnalazione di un pacco bomba, il dispositivo si mette alla prova. L’emergenza è scattata al terminal crociere. Tutte le operazioni coordinate dalla capitaneria

Il molo Garibaldi teatro dell’esercitazione interforze

La Spezia, 24 novembre 2022 - La segnalazione di un principio d’incendio sul molo Garibaldi, la ricerca di un possibile pacco bomba, l’attivazione dei vigili del fuoco da terra e dal mare e di tutte le forze di pronto intervento, fino agli artificieri che isolano un zaino sospetto per farlo "brillare". Tutto finto ma funzionale a collaudare il dispositivo per fronteggiare un possibile attacco terroristico. E’ accaduto lunedì 21 novembre. Si è trattato solo di un’esercitazione disposta dalla capitaneria di porto della Spezia – Autorità designata per la security marittima – per verificare i processi di coordinamento e sinergia tra amministrazioni e operatori titolati ad intervenire in caso di emergenza e l’adeguatezza delle procedure previste dal piano di security dello scalo. All’opera una task force costituita da uomini e mezzi di guardia costiera, carabinieri, polizia di frontiera, guardia di finanza, della dogana, autorità di sistema portuale, 118 e vigili del fuoco. " L’esercitazione si è conclusa con esito assolutamente positivo, permettendo ai Comandi intervenuti di testare direttamente l’efficacia delle procedure di security" dice il comandante della Capitaneria, il capitano divascello Alessandro Ducci alla fine del test.

L’innesco lo ha dato da una telefonata giunta alla centrale operativa della guardia costiera da parte dei comandi centrali a seguito della segnalazione di una "probabile attività connessa a fini terroristici". Nessun riferimento spaziale. Ma un’indicazione di massima che ha portato all’innalzamento del livello di allerta sull’intera area portuale, con interessamento di tutti i concessionari, dalla stazione crocieristica ai terminal container. Ad aggravare lo scenario anche la segnalazione di un principio d’incendio al molo Garibaldi, potenzialmente collegabile al rischio-attentato. A fronteggiare le fiamme (immaginarie) ci pensano i vigili del fuoco: si imbarcano sul rimorchiatore portuale di turno in configurazione antincendio. Nel frattempo, mentre sono in corso controlli in tutto il sedime dello scalo, alla polizia di frontiera arriva la segnalazione di uno zaino, abbandonato e per questo sospetto, nello stesso molo Garibaldi. A fornire l’input (concordato con la centrale operativa) è il direttore del terminal crociere. Azione successiva, la mobilitazione dell’artificiere. Il principio (simulato) di incendio a quel punto è sedato. Ma occorre verificare il contenuto dello zaino. E dare corso al brillamento.

"Solo effetti personali; nessun pericolo" è la frase con la quale si chiude l’esercitazione interforze col corredo delle informazioni rassicuranti diffuse su tutto lo spettro del porto dalla centrale operativa della guardia costiera.

Un’esercitazione rituale quella andata in scena nello porto, con impiego di una sessantina di operatori. Capita ogni anno anno. Questione di protocolli che discendono dal "Programma nazionale di sicurezza marittima contro eventuali azioni illecite intenzionali" e da tutta un’altra serie di riferimenti normativi e pianificazioni preordinate, compreso il piano antincendio del porto.

"La normati va di settore - spiega il responsabile del Servizio Sicurezza della Navigazione e Portuale, il capitano di fregata Giulio Colotto - ha l’obiettivo di assicurare, in un quadro di cooperazione internazionale, l’incolumità di passeggeri, equipaggi, operatori portuali, del pubblico e delle infrastrutture nonché la regolarità del trasporto marittimo in presenza di eventuali azioni illecite doloso". Nessun collegamento palesato con dinamiche e interessi che si sviluppano sull’onda della crisi energetica e delle direttive europee che premono per l’impiego del metano. Ma un test opportuno anche in relazione ad esse.