No agli aumenti ’monstre’ delle tariffe del sistema idrico. I territori dell’alta Val di Vara alzano la voce contro i rincari proposti dal gestore e dall’Ato idrico spezzino per i prossimi sei anni, che dovranno essere votati nell’assemblea prevista nei prossimi giorni in Provincia. Sindaci e amministratori dei Comuni di Sesta Godano, Varese Ligure, Carro, Carrodano, Zignago e Rocchetta Vara si sono incontrati per stilare un documento congiunto contro la proposta, che prevede un aumento per sei anni del 9,95% dell’attuale tariffa. Un disegno valutato dagli amministratori "non proponibile ai loro territori, visto le attuali condizioni economiche delle loro zone che con tali provvedimenti, così onerosi, renderebbe ancor più difficile la vita dei singoli che già si trovano in una posizione di estrema precarietà. Le considerazioni positive espresse sull’azienda che per il 2022 e 2023 ha prodotto utili per un complessivo di oltre 10 milioni di euro, di cui 2 milioni e cinquecento mila versati regolarmente in tasse, non trovano comprensione sulla cattiva tenuta del proprio patrimonio reti, nel momento in cui si ha notizia che il 54% della produzione di acqua si disperde sul territorio in quanto gli impianti hanno grosse dispersioni. Ciò incide notevolmente sull’aumento del costo di produzione di ogni unità di prodotto utile".
Sindaci e amministratori dei sei comuni ritengono che "gli investimenti sono necessari per il loro ripristino, ma non devono pesare sull’utenza; le risorse vanno cercate attraverso una diminuzione degli utili prossimi da distribuire che vanno impiegati negli interventi di manutenzione straordinaria e non attraverso una maggiorazione tariffaria a carico dell’utenza. L’azienda Acam Acque – dicono sindaci e amministratori – è sufficientemente florida, anche sul piano della liquidità di cassa, così almeno viene rappresentato dal documento di bilancio approvato regolarmente dai soci e dal collegio di revisione legale-contabile, per accollarsi tali oneri". Il comitato dei sindaci dell’alta vallata del Vara propone pertanto di "sospendere l’applicazione degli aumenti tariffari proposti per i prossimi sei anni nella misura del 9,95% per ogni annualità, prevedendo un aumento tariffario che non può superare il 4% per il solo l’anno 2024 anche riducendo i 184 milioni di euro di investimenti, e di ridurre l’utile del 2024 del 50%, rispetto agli anni precedenti, per impiegare la restante parte sugli interventi straordinari manutentivi della rete idrica, nonchè di riconsiderare per l’anno 2025 le tariffe da applicare e gli interventi necessari da realizzare".
Matteo Marcello