
Folla sull'autobus
La Spezia, 14 luglio 2021 - La linea più ‘calda’, come sempre, è quella che collega Spezia a Lerici, affollata di bagnanti e pendolari, ma anche sulla direttrice di Porto Venere l’effetto-sardina documentato dalle foto postate sui social dà l’idea di autobus sovraffollati, dove il distanziamento anti-covid diventa un optional.
E’ una situazione realmente critica? Francesco Masinelli, amministratore unico di Atc Esercizio, non ne è del tutto convinto. Ammette, certo, che ci sono linee più affollate di altre, ma le misure adottate dall’azienda, dice, sono in grado di far fronte ai picchi di utenza che si registrano sulle tratte più battute.
"In queste situazioni – spiega – sono previsti meccanismi di intervento ad hoc. Laddove l’autista sia costretto a lasciare a terra delle persone parte immediatamente la segnalazione che fa scattare la corsa bis. Un potenziamento che comunque è già previsto in automatico, con la seconda e terza corsa, lungo le direttrici dove sono possibili situazioni di maggior criticità".
Le foto arrivate in redazione sembrano dimostrare che queste situazioni sono abbastanza frequenti... "In questi casi, come spesso ripeto – osserva Masinelli – gli autobus visti da fuori danno l’idea di essere molto più carichi di quello che in realtà non sono. Situazioni di particolare affollamento possono verificarsi lungo la linea Spezia – Lerici, che monitoriamo costantemente, in occasione del rientro dalle spiagge, quando si incrociano due flussi diversi, quello dei bagnanti e quello dei lavoratori degli stabilimenti della zona, a cominciare da Fincantieri, per il quale abbiamo comunque introdotto corse speciali".
E’ un fatto che l’incremento del limite di capienza degli autobus salito dal 50 all’80% lo scorso 9 giugno per agevolare il traffico turistico e i viaggi da e verso le località costiere e di interesse turistico della regione ha comportato inevitabili ripercussioni. E lo dimostrano le situazioni verificatesi proprio sulla strada per Lerici. "Una conseguenza che comunque non è dipesa da noi – precisa Masinelli – e a cui abbiamo dovuto adeguarci, introducendo i nuovi parametri, fermo restando che nei casi di maggior incremento di passeggeri abbiamo adottato misure idonee, potenziando le linee".
Chi invece non ha sicuramente tratto benefici dalla possibilità di ‘riempire’ i mezzi di trasporto fino all’80% della capienza sono i tassisti e i titolari di licenza Ncc, il servizio di noleggio con conducente.
"I benefici di quella misura – denuncia Ivano Cappelli, presidente del sindacato di categoria dei noleggi Ncc aderente a Confartigianato – per noi sono inesistenti. Chi svolge servizio con un mezzo a nove posti si vede comunque ridotta la capienza a sei, sette posti, a seconda dei tipi di van. Le spese restano identiche e gli introiti si abbassano, la matematica non è un’opinione. Comunque, il vero problema è la mancanza di chiarezza della normativa per il settore, soprattutto quando si deve uscire dai confini dalla regione. La nostra resta una categoria dimenticata. Senza contare che per le sessanta aziende spezzine, 150 dipendenti, ormai non c’è più lavoro. Nel comparto crociere, pandemia a parte, le compagnie si appoggiano ai loro operator, che non sono mai del posto. Così come le grandi aziende, tipo Fincantieri e Oto, che prima erano per noi una importantissima fonte di lavoro, oggi gestiscono i servizi con piattaforme autonome, da cui siamo tagliati fuori. Come per le crociere bisognerebbe che a livello politico si cercassero soluzioni capaci di agevolare le aziende del territorio".