Autostrade bloccate, Toti incontra i sindaci

Vertice a Genova anche con le categorie economiche: "Vogliono fare in tre mesi tutti i lavori che non sono stati fatti in trent’anni"

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Il caos nei trasporti diventa un polverone politico. Dai treni e bus che riprenderanno la normale capienza, ma non tutti le tratte, all’inferno sulle autostrade che ha causato un fine settimana da bollino rosso tenendo in colonna per ore gli automobilisti. L’autostrada in Liguria è diventata un vero incubo e questo weekend è stato un dramma a causa delle tante chiusure e dei cantieri. E di fronte alla situazione drammatica il presidente Giovanni Toti incontrerà oggi diversi sindaci della Liguria e categorie economiche per poi passare all’attacco. "Di fronte a questa follia – ha scritto il governatore sulla sua pagina Fb – firmerò un’ordinanza regionale che dispone di rivedere quel piano di lavori incompatibile con la sicurezza, il diritto alla mobilità, il diritto alla libertà di impresa, un piano folle, anche contro la logica". Il presidente ha elencato i ritardi degli interventi di controllo sulle gallerie nella tratta ligure. "Dopo quelli eseguiti in inverno – continua – il 20 maggio il ministero delle Infrastrutture decide di rimettere mano alle 250 gallerie contestando i lavori eseguiti da Autostrade e praticamente ricominciando da campo per smontare le onduline presenti". Non soltanto. Il governatore tira fuori una circolare ministeriale datata 1967. "Deve essere applicata – continua – e prevede che i controlli nelle gallerie devono avvenire almeno ogni trimestre. Dunque in tutte le gallerie della Liguria devono essere smontate le onduline, controllate ed eventualmente eseguiti i lavori entro metà luglio. In pratica qualcuno al Ministero decide che si deve fare in meno di tre mesi, dopo il lockdown, all’apertura della stagione turistica, quando l’economia sta ripartendo, quel che non si è fatto in trent’anni".

Polemica anche per i treni e autobus che tornano a pieno carico, ma solo a percorrenza regionale e extraurbana in base all’ordinanza firmata dal governatore Giovanni Toti ha ristabilito a bordo dei sui treni regionali e sugli autobus extraurbani la ripresa della normale fruizione togliendo quindi l’obbligo di distanziamento fisico per i posti a sedere. "Un vero pasticcio –commenta il gruppo del Pd in Regione – perché questo principio non vale sui bus urbani, sui treni interregionali, gli Intercity e le Frecce, quindi ci sarà chi viaggia ammassato e chi no, e laddove si viaggerà ammassati questo comporterà un rischio per lavoratori e passeggeri. Si doveva integrare il trasporto pubblico su gomma con il servizio di taxi e autobus a noleggio". Mi domando poi perché – aggiunge Berrino – di fronte a una scelta del tutto analoga effettuata dal presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini non ci sia stata una analoga levata di scudi".