Zeri (Massa Carrara), 4 novembre 2024 – Il 21 ottobre ero a Zeri, per la posa della targa a Prospero Castelletto “Baciccia”, fortemente voluta dalla Sezione Anpi di Zeri e dal Comune. Castelletto era di Camogli, di una famiglia che fabbricava a mano reti da pesca. Fu inviato dal Partito d’Azione, nel gennaio 1944, in Val di Vara e poi nello Zerasco, nel gruppo che darà vita alla Colonna Giustizia e Libertà. Svolse una molteplicità di compiti, con un coraggio e un dinamismo eccezionali. Fu staffetta, informatore, guida, combattente ma soprattutto intendente: una funzione preziosissima, quella di procurare tutto ciò che serviva alla sopravvivenza dei partigiani ai monti, in primis il cibo.
La Val di Vara e la Lunigiana erano poverissime di alimenti. Anche per questo la Resistenza nelle nostre valli fu eroica. Certamente gli abusi verso i contadini non mancarono. Il povero “Baciccia” era veramente messo in croce: tutti si rivolgevano a lui per avere olio, grassi, carni, grano; e il Comando della Colonna e più spesso quello della Divisione Liguria lo criticavano per violazione delle disposizioni che regolavano gli approvvigionamenti. Era una lotta continua. “Baciccia” correva e accorreva ovunque. A volte era sconsolato, ma poi si riprendeva sempre, allegro e pronto a ogni fatica.
Fino al rastrellamento più terribile, quello del 20 gennaio 1945. Il 21 gennaio, preso prigioniero, riuscì a fuggire come aveva fatto in altre occasioni, ma cadde sul ghiaccio fratturandosi una gamba, nella zona sopra la cascata di Colombara. Fu ucciso da una raffica dei tedeschi, richiamati dal suo urlo di dolore. Nell’elenco dei morti inviato il 3 febbraio dalla Colonna Giustizia e Libertà al Comando di Divisione troviamo scritto: “Baciccia – Costoletta Prospero (non aveva mai voluto dare le sue generalità)”. Una conferma della straordinaria singolarità del personaggio.
Giorgio Pagano
Co-presidente del Comitato Unitario della Resistenza