Quattro rinvii a giudizio da parte del giudice Mario De Bellis nell’inchiesta condotta dalla guardia di finanza sulle dinamiche economiche connesse all’attività di ristorazione di Giuseppe Basso a Porto Venere, la ’Trattoria da Iseo srl’, che vedeva coinvolte otto persone a vario titolo in bancarotta fraudolenta. In tre hanno scelto di essere giudicati col rito abbreviato e sono stati assolti: Luca Pagni, Lamberto Scatena e Riccardo Morelli, per non aver commesso il fatto, perché il fatto non sussiste o perché non costituisce reato. Nell’udienza preliminare il giudice ha deciso il non luogo a procedere nei confronti di Enrica Soliani, per non aver commesso il fatto. A giudizio sono finiti Giuseppe Basso con i figli Federica Basso e Gian Battista Basso, nonostante per alcuni reati contestati anche per loro sia arrivato il non luogo a precedere perché il fatto non sussiste. A giudizio anche Giancarlo Fiori, formalmente socio e amministratore unico dal 20 marzo al 14 aprile 2014 e poi liquidatore. Difesi tutti dall’avvocato di fiducia Andrea Corradino, dovranno comparire il prossimo 14 luglio davanti al collegio.
Nel mirino del pubblico ministero Rossella Soffio era finito il fallimento della ’Trattoria da Iseo’, società dichiarata fallita dal tribunale della Spezia il 10 dicembre 2014, di cui Giuseppe Basso è stato amministratore unico fino al 20 marzo 2014. Secondo l’accusa avrebbe versato oltre 74mila euro nel corso dell’esercizio 2012 a favore della nuova società ’Trattoria da Iseo Porto Venere srl’, nonché un ulteriore importo di circa 250mila euro, denaro in cassa al 31 dicembre 2013, mai consegnato al curatore fallimentare Davide Vescovi. Giuseppe, Federica e Gian Battista Basso, secondo l’accusa, avrebbero poi distratto le imbarcazioni ’Locanda Lorena’ e ’La Maiella’, vendute per un corrispettivo imponibile irrisorio di 3mila euro ciascuna. Giuseppe Basso non avrebbe poi presentato la dichiarazione dei redditi relativa all’esercizio 2012, evadendo l’imposta in misura non inferiore a 52mila euro. Giancarlo Fiori avrebbe poi acquistato da Giuseppe Basso un immobile adibito a magazzino alla Grazie in via Battisti per un corrispettivo di 120mila euro mai versato.
M.B.