Emma Dante, anche questa volta, si è fatta liberamente ispirare da Giambattista Basile. ‘Pupo di Zucchero’ – dopo ‘La scortecata’ – approda mercoledì e giovedì (sempre alle 20.45) al Teatro Civico con la regia, i costumi e il testo della popolare artista. Secondo la tradizione, in alcuni luoghi del Meridione c’è l’usanza di organizzare banchetti ricchi di dolci e biscotti in cambio dei regali che il 2 novembre, i parenti defunti portavano ai bambini dal regno dei morti. Durante il rituale, in quella notte, la cena era un momento di patrofagia simbolica; nel senso che il valore originario dei dolci antropomorfi era quello di raffigurare le anime dei defunti. Cibandosi di essi, era come se ci si cibasse dei propri cari.
Lo spettacolo racconta la storia di un vecchio che per sconfiggere la solitudine invita a cena, nella loro antica dimora, i defunti della famiglia. Nella notte fra l’1 e il 2 novembre, lascia le porte aperte per farli entrare. Nell’appuntamento della stagione teatrale, sono presenti dieci sculture create da Cesare Inzerillo che mostrano il corpo osceno della morte. In ‘Pupo di zucchero’ la morte non è un tabù, non è scandalosa, ciò che il vecchio vede e mostra è una parte inscindibile della sua vita. Ciò non può che intenerirci. La stanza arredata dai ricordi diventa una sala da ballo dove i morti, ritrovando le loro abitudini, festeggiano la vita. Accanto a Carmine Maringola, abile cantastorie che maneggia con cura una lingua vivida come il napoletano ereditato dal Pentamerone secentesco di Basile, recitano Nancy Trabona, Maria Sgro e Federica Greco nel ruolo delle tre spigliate sorelle, Sandro Maria Campagna in quello dello spasimante spagnolo con movenze da matador, mentre Stephanie Taillandier è la madre marsigliese, Giuseppe Lino il padre disperso in mare, Tiebeu Marc-Henry Brissy Ghadout il tuttofare Pasqualino, e Martina Caracappa e Valter Sarzi Sartori gli zii che danno corpo a una danza passionale e violenta. Info: 0187 727521 (da domani a giovedì) o [email protected].
Marco Magi