Il futuro della Base navale della Spezia continua a essere al centro delle riflessioni dei sindacati. L’avvento di Seafuture, in programma dal 5 all’8 giugno all’interno dell’Arsenale, ha rilanciato gli affondi delle organizzazioni sindacali, che l’altro ieri hanno chiamato a raccolta i dipendenti a Marinarsen per un’assemblea dipartimentale. Secondo Emanuele Bernardini di Fp Cgil, Carlo Pietrelli di Cisl Fp, Andrea Canali di Uil Pa e Christian Palladino di Flp Difesa, l’impegno profuso per l’organizzazione di Seafuture "è mancato e manca quando si tratta di migliorare le condizioni di vita e di lavoro dei dipendenti civili della Difesa. Poche risorse umane e finanziarie stanno portando al collasso di tutto il sistema. Potrebbe essere una scusante per privatizzare ogni servizio? – interrogano i sindacalisti –. La Base Navale necessiterebbe di un numero minimo di personale che ne garantisca la funzionalità amministrativa ma anche tecnico operativa.
Un servizio come quello elettrico o il servizio bacini sono determinanti per il funzionamento degli impianti e delle strutture di supporto logistico delle unità navali, così come la conduzione e la manutenzione dei fari, la gestione dei pontoni, il Sen. Non meno fondamentale il Centro di Munizionamento del Cima, la vigilanza, il Museo tecnico navale, il Cssn, la gestione economica finanziaria di Maricommi, la Mariseziodiram, la base elicotteristi di Maristaeli-Luni e tutti gli enti Difesa della realtà Spezzina: si è aspettato il pensionamento dei dipendenti civili per avere il legittimo pretesto di incaricare l’industria privata per fare ciò che prima veniva garantito dallo stesso personale civile? E a che costi?". Per i sindacalisti, "tutto quello che una volta funzionava, oggi lo si lascia deperire: c’è una precisa volontà per trasferire l’onere della difesa del Paese a un livello di privatizzazione dello strumento militare?".
Nel mirino, ancora una volta, finisce la politica, della quale le organizzazioni non comprendono "il fine ultimo della sordità e della cecità in merito al mantenimento della funzionalità degli arsenali militari. Per garantire le attività è necessario avere personale dipendente, le infrastrutture e i mezzi devono essere manutenuti. Si deve pensare ad un efficientamento dello strumento logistico, ottimizzando la spesa su quegli edifici che sono necessari allo scopo, mentre per quelli non necessari andrebbero perseguite soluzioni che garantirebbero il recupero strutturale e al contempo la riduzione della spesa pubblica".
E proseguono – " L’esperienza – dicono le organizzazioni sindacali – insegna che l’affidamento integrale delle attività tecniche all’industria privata non giova all’efficientamento dello strumento militare ed è sempre accompagnato da un dispendio di risorse economiche; al contempo l’industria privata, in campo navale, non garantisce la stessa stabilità sociale che ha sempre garantito il dipendente pubblico".
mat.mar.