Genova, 27 novembre 2024 – Dall’ergastolo a una pena di trenta anni di carcere. La Corte d’Appello di Genova ha accolto la richiesta di patteggiamento per Daniele Bedini, il 37enne falegname di Carrara che nel giugno di due anni fa a Marinella uccise a colpi di pistola nell’arco di pochi giorni Nevila Pjetri e Carla Bertolotti. Ieri mattina a Genova, il pronunciamento della Corte genovese, che ha ratificato l’accordo trovato nei giorni scorsi tra il procuratore generale Alessandro Bogliolo e l’avvocato di Bedini, Rinaldo Reboa, andando di fatto a cancellare l’ergastolo cui era stato condannato nel dicembre dello scorso anno dalla Corte d’Assise del Tribunale della Spezia. A pesare, all’epoca, erano state le aggravanti contestate dal pubblico ministero Monica Burani e confermate dalla corte presieduta dal giudice Marta Perazzo: la prima riguardava la violazione della misura di prevenzione assegnata dalla Questura di Massa, la seconda riguardava l’accusa di rapina legata al secondo omicidio, quello di Carla Bertolotti. Entrambe sono però venute meno nell’accordo tra il pg genovese e l’avvocato Reboa, aprendo di fatto le porte per la riduzione considerevole della pena. Bedini, che si trova nel carcere di Novara, era collegato in videoconferenza al momento della lettura del dispositivo da parte dei giudici della Corte d’Appello.
“L’ho visto sollevato” dice l’avvocato Rinaldo Reboa. Bedini che, ha sempre proclamato la propria innocenza, grazie al patteggiamento vedrà decadere non solo l’isolamento diurno comminato dal tribunale spezzino, ma col passare degli anni e della detenzione potrà accedere – qualora dimostrasse una buona condotta – a una serie di benefici, come l’uscita dal carcere in orario diurno per motivi di lavoro. “Siamo soddisfatti” ha aggiunto l’avvocato Reboa poche ore dopo il pronunciamento della Corte d’Appello. Due gli omicidi contestati a Bedini. Il primo, la notte del 5 giugno: tre colpi di pistola per uccidere Nevila Pjetri, 35enne prostituta di origine albanese, il cui corpo fu poi trovato sull’argine del torrente Parmignola. Il secondo nella notte tra il 5 e il 6 giugno: qui furono due i colpi di pistola all’indirizzo di Carla, transessuale di 43 anni che viveva ad Albiano Magra.