La Spezia, 9 gennaio 2018 - Il parroco di Bonassola don Giulio Mignani, noto per essersi espresso favorevolmente sulle unioni tra omosessuali e lesbiche e per le critiche allo sportello anti gender della Regione Liguria, torna a far parlare di sé. Nei giorni scorsi il parroco ha organizzato un dibattito pubblico a Bonassola sulla legge sul testamento biologico.
Il sacerdote in una lettera esprime il suo punto di vista e vede come convincente «la posizione di chi sostiene che nutrizione artificiale ed idratazione artificiale siano a tutti gli effetti trattamenti sanitari». Inoltre sull'obiezione di coscienza dei medici ha sottolineato che «disattendere le richieste espresse da un paziente non può rientrare nell'ambito dell'obiezione di coscienza, ma deve essere annoverato nell'ambito dell'imposizione di un trattamento sanitario non voluto». E ancora. «Se eutanasia vuole dire 'buona morte' penso che sarei confortato dal sapere che è predisposta una legge tale da permettermi di morire senza ulteriori sofferenze».
Una posizione che ha provocato la reazione della diocesi della Spezia, Sarzana, Brugnato. Il vescovo monsignor Luigi Ernesto Palletti dice: «A chiarimento di posizioni personali espresse dal sacerdote Giulio Mignani è necessario riaffermare per doverosa chiarezza quanto indicano i documenti ufficiali della Chiesa». Nei testi viene sottolineato come «la somministrazione di cibo e acqua è obbligatoria», «i cristiani sono chiamati a non prestare collaborazione formale a quelle pratiche che, pur ammesse dalla legislazione civile, sono in contrasto con la legge di Dio».