
L’idatidosi, zoonosi causata da un verme,. è stata riscontrata in un bovino macellato. Il sindaco ha emesso un’ordinanza con le misure di prevenzione foto d’archivio
L’allarme è scattato nei giorni scorsi, a seguito della macellazione di un bovino che, dagli esami successivi, è risultato essere affetto da idatidosi, una zoonosi causata dallo stadio larvale di un verme appartenente al genere Echinococcus, parassita dell’intestino tenue dei cani. A Codivara, nel comune di Varese Ligure, è scattata la profilassi obbligatoria per tutti i cani del borgo. A deciderla, il sindaco Mauro Rattone all’esito della segnalazione della struttura di Sanità animale e delle produzioni zootecniche dell’Asl4, che invitava il primo cittadino ad adottare "provvedimenti diretti" per evitare la diffusione dell’idatidosi, malattia che può essere trasmessa anche all’uomo dagli ospiti definitivi – i cani – per via diretta tramite contatto stretto, o per via indiretta per ingestione di alimenti infestati: nell’uomo la malattia evolve generalmente in forma cronica senza sintomi specifici e nell’1-3% dei casi l’esito è fatale, così come riporta il sito web dell’Istituto Superiore di Sanità. Secondo quanto ricostruito da Asl4, il contagio del bovino sarebbe stato causato da un cane. Da qui l’ordinanza del sindaco Rattone, che per evitare contatti a rischio tra la popolazione canina e gli animali degli allevamenti della zona, così come tra i cani e l’uomo, ha ordinato a tutti i proprietari di cani di provvedere obbligatoriamente a sottoporre i cani a trattamento antielmintico, da documentare con certificazione del veterinario. L’ordinanza impone un trattamento antiparassitario ai cani del borgo almeno quattro volte l’anno, e invita la popolazione a rispettare alcune misure per la prevenzione dell’echinococcosi cistica, ovvero recintare e impedire l’accesso ai cani ai terreni adibiti alla coltivazione degli ortaggi, lavare accuratamente la verdura, ma anche tenere il proprio cane in un ambiente confinato dopo il trattamento antiparassitario, evitando contatti diretti con l’animale e bruciando le feci prodotte dal cane.
Matteo Marcello