Bright, sos risarcimento "Lottiamo per la verità"

L’iniziativa dei familiari di Voinea scomparso in Atlantico insieme a Revello. Istanza alla moglie dello skipper perché attivi l’assicurazione della barca.

Bright, sos risarcimento  "Lottiamo per la verità"

Bright, sos risarcimento "Lottiamo per la verità"

Una rassegnata a pensare che il marito sia morto, quantomeno sul piano giuridico che ha aperto le porte agli atti tesi a gestire al meglio la vita di tutti i giorni, a cominciare dalla crescita della figlia. Gli altri disposti ad aprire un contenzioso nella prospettiva di un risarcimento del danno per recuperare risorse da investire nelle indagini del congiunto di cui non hanno più notizie da cinque anni. Cosi, da una parte, Rosa Cilano, moglie dello skipper del Bright Aldo Revello e, dall’altra, i familiari di Antonio Voinea, il marinaio che era a bordo della barca a vela di 14 metri, di base a Bocca di Magra, di cui si erano perse le tracce nell’Atlantico dopo l’Sos partito dall’Epirb - a 330 miglia ad Est delle Isole Azzorre e a 410 miglia da quelle portoghesi - il 2 maggio 2018, durante la traversata di rientro alla Spezia. E’ da parte dei secondi che muove l’azione che fa notizia.

"Da cinque anni attendiamo la verità" dice la sorella di Aldo, Alice, che insieme ai genitori Nello e Daniela non ha mai smesso di sollecitare risposte. "Abbiamo chiesto l’apertura di un’indagine giudiziaria, abbiamo offerto una ricompensa a chi avesse fornito informazioni affidabili. Stiamo ancora attendendo notizie ufficiali da parte della Procura di Roma. Non siamo nelle condizioni economiche di poter svolgere delle ricerche per questo, sostenuti dall’avvocato Erminia Dell’Amico, abbiamo avviato una richiesta di risarcimento all’armatore del Bright sul quale viaggiavano Antonio e Aldo. La titolare della ditta che aveva in gestione il Bright è la moglie di Aldo; finora l’assicurazione che copriva la barca non è stata chiamata in causa. Con la richiesta di risarcimento vogliamo provare a smuovere le acque".

"Abbiamo fatto attente valutazioni critiche", spiega l’avvocato Dell’Amico, in punto di diritto. "Da un lato, partendo dalla distinzione prettamente giuridica delle varie voci di danno previste dal legislatore nei casi di scomparsa di un proprio congiunto, il danno da perdita del rapporto parentale “danno iure proprio” diverso da altre voci di danno specificamente applicabili solo in caso di decesso come ad esempio il “danno iure hereditatis”: è evidentemente la sofferenza dei famigiari di Antonio che da cinque anni si sono visti improvvisamente privati dell’affetto del loro caro, situazione aggravata dalla tragicità dell’avvenimento - luogo, modalità, ricevimento della notizia.. - nonché da tutte le domande rimaste senza risposta-, tra cui la più terribile “sarà davvero morto”. Dall’altro lato, ci siamo chiesti: se l’armatore stesso della Bright, nonché moglie dell’ unico compagno di viaggio di Antonio - scomparso insieme a lui sulla medesima imbarcazione - ha richiesto ed ottenuto la dichiarazione di morte presunta per il marito, perché non dovrebbe ammettere che la stessa sorte debba inevitabilmente essere riconosciuta al compagno, e quindi risarcirlo?".

Corrado Ricci