
di Roberta Della Maggesa
"La bonifica del bunker dell’Acquasanta è in programma". ‘La Nazione’ ne ha dato notizia nell’edizione di ieri, nell’ambito di una corposa intervista rilasciata dall’ammiraglio Giorgio Lazio. Ma gli intendimenti della Marina sono più circostanziati. E possiamo desumerli dalla relazione inviata al deputato di Italia Viva Raffaella Paita che sul tema nelle scorse settimane ha depositato un’interrogazione a risposta scritta in commissione Difesa: "Relativamente alle opere protette in caverna – ovvero le gallerie collocate sulla Napoleonica – esiste un progetto definitivo di bonifica per rimozione, compreso lo smaltimento di rifiuti speciali riconducibili ad attrezzature da lavoro non più a norma, in carente stato di conservazione a causa dell’umidità e in disuso dagli anni Ottanta".
Nella risposta fornita dagli uffici del ministero viene delineata anche la tempistica. "Le attività di aggiornamento del progetto definitivo e di affidamento del progetto esecutivo saranno avviate nel corrente esercizio finanziario (entro la fine dell’anno, ndr.)". Ma l’interrogazione del deputato Paita andava oltre ed era tesa a ottenere precise risposte anche sulla presenza di amianto nelle navi e nei manufatti dell’Arsenale. Il quadro in questo caso è più complesso. E muove dalla distinzione tra unità navali e patrimonio immobiliare. Al momento, si legge nella relazione, nel porto della Spezia sono presenti 66 navi mappate dalla Marina militare, 55 delle quali già bonificate tranne per i cosiddetti elementi diffusi, ossia piccole guarnizioni e interruttori. Sei unità sono invece oggetto di interventi di bonifica parziale che dovrebbe arrivare a completamento entro l’anno, per altre 5 le operazioni di messa a norma dovranno invece essere programmate tenendo conto del calendario delle attività previste in Arsenale.
Altra storia per quanto riguarda il patrimonio immobiliare. Sulle infrastrutture, a far data dal 2011, la Marina ha istituito un database a livello territoriale per disporre di una mappatura degli edifici con presenza di amianto. Nel compendio dell’Arsenale – si legge nella risposta scritta che il ministero ha dato all’interrogazione di Paita – il database riporta 123 casi, tutti notificati all’azienda sanitaria locale – 84 dei quali relativi a materiali con amianto già oggetto di rimozione definitiva, 36 sottoposti a programma di controllo e manutenzione – vale a dire mappatura e monitoraggio costante per prevenire il rilascio e la dispersione di fibre – e 3 ‘puliti’. Sul versante delle risorse a disposizione, il ministero risponde citando la cifra, 54 milioni di euro, definita nell’ambito del piano delle bonifiche elaborato dalla Marina per il decennio 2020-2030 e relativo a mezzi materiali, siti e infrastrutture, compresi, ovviamente, immobili, navi e gallerie della ‘piazza’ spezzina. Soldi ai quali si aggiungono le disponibilità del fondo per gli interventi di bonifica dei beni contaminati dall’amianto. Fondo che la legge di bilancio del 2020 ha incrementato di 4 milioni di euro all’anno per il triennio 2020-2022, limitatamente alla bonifica delle navi militari dall’amianto. "Il tema della sicurezza ambientale e della prevenzione dai danni dell’amianto è stato oggetto di più di un’interrogazione a mia firma – dice Paita – durante questi due anni di mandato parlamentare. Evidentemente le continue sollecitazioni hanno prodotto come risultato, di per sé positivo, che il cronoprogramma della Marina subisse un’accelerazione. Proseguiamo su questa strada".