Caccia al cinghiale con arco e frecce. In Liguria scoppia la polemica

L’emendamento della Lega passato in consiglio regionale scatena il fronte del no. Petizione su internet per “fermare questa inutile mattanza”

Cinghiali in Italia: per Ispra superano il milione e mezzo di capi

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La Spezia, 31 luglio 2023 – A caccia nei boschi con arco e frecce. Serviranno per abbattere la selvaggina, cinghiali compresi. Questo in sintesi l'emendamento della Lega, passato poco prima della mezzanotte tra il 27 e il 28 luglio nel Consiglio regionale della Liguria. 

E subito il fronte del no ha fatto sentire la propria voce. La delibera non piace affatto agli ambientalisti e ad alcuni cittadini che, parlando di 'barbarie legalizzata’ hanno inviato con il sistema del mailbombing una lunga lettera ai consiglieri regionali e al presidente Giovanni Toti.

“Non esiste un concetto universale di ciò che è etico e ciò che non lo è - si legge nella mail - dipendendo questa valutazione da tempi, luoghi, culture e persone diverse. Certamente l'uomo preistorico avrebbe trovato bizzarre e incomprensibili queste discussioni. Non siamo più però nella preistoria e almeno qualche base etica comune dovrebbe sussistere, la prima essendo che non si dovrebbe infliggere a nessuno sofferenza non necessaria. La delibera approvata non rispetta questa base: i cacciatori con l' arco non sono tutti campioni olimpici (e del resto anche i tiratori olimpici non fanno sempre centro perfetto, altrimenti non esisterebbero le competizioni) ed è fin troppo facile ipotizzare situazioni con animali trafitti da una freccia che vagano e agonizzano anche per giorni. C'è un motivo - prosegue la lettera - ed è la maggiore efficacia e precisione, per cui i moderni fucili hanno sostituito gli archibugi, gli archibugi hanno sostituito le spade e le frecce, e le spade e le frecce hanno sostituito le clave. Fino a che punto di barbarie vogliamo tornare indietro nel tempo?”. In queste ore è stata pubblicata una petizione in Internet per "fermare questa gratuita mattanza”.

"Ogni corpo legislativo è libero di votare come crede, ma chi, negli anni Venti del XXI secolo, rilancia per legge la caccia con arco e frecce, che produce inutili e gravi sofferenze per gli animali, merita l'appellativo di 'barbaro'". Lo afferma l' Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali e la tutela dell'ambiente, presieduto Da Michela Vittoria Brambilla.

 

"La caccia –  osserva Brambilla –  è già di per sé una pratica violenta, l'uso dell'arco, per quanto consentito dalla legge nazionale, e addirittura consigliato per 'la rimozione selettiva' dal recentissimo 'piano quinquennale di gestione della fauna selvatica', ne esalta soltanto l'essenza sanguinaria e il carattere anacronistico. Difficile che vi siano molti campioni olimpici di tiro con l'arco, mentre in molti crederanno di fare come gli indiani visti in tv: di sicuro gli animali trafitti moriranno dissanguati tra indicibili sofferenze. Perciò ci uniamo alle migliaia di cittadini che già chiedono al Consiglio regionale della Liguria di tornare sui suoi passi e di cancellare questa norma che, in cambio di un regalo a un manipolo di cacciatori nostalgici, una minoranza nella minoranza, creerà gravi sofferenze agli animali e darà della Regione un'immagine che i liguri non si meritano".

Tra i parlamentari dell'Intergruppo che manifestano il proprio "sdegno" ci sono anche i vicepresidenti, i deputati Sergio Costa (M5s) e Walter Rizzetto (Fdi), e la senatrice Alessandra Maiorino, le deputate Susanna Cherchi (M5s), Rita dalla Chiesa, Gloria Saccani Jotti, Debora Bergamini (Fi), Paola Frassinetti (Fdi), Isabella De Monte (Azione), la senatrice Julia Unterberger (Autonomie), il deputato Devis Dori (Verdi).