REDAZIONE LA SPEZIA

Un calcio alle barriere sociali. La bella favola dei rifugiati tra pallone e riscatto sociale

La squadra della Caritas della Spezia conquista la finale nazionale. “Lo sport ha una capacità unica di unire le persone provenienti da contesti sociali differenti”

La squadra dei rifugiati della Caritas

La squadra dei rifugiati della Caritas

La Spezia, 6 ottobre 2024 – Rincorrere un pallone per scrivere una nuova pagina della propria vita. È la favola ragazzi rifugiati e richiedenti asilo della squadra Caritas La Spezia, ospiti del centro Cas Cittadella della Pace e della comunità La Casa sulla Roccia della Spezia (in cui hanno trovato casa un totale di 220 persone), approdati alla fase finale del campionato Rete Refugee Teams,. Si tratta di un progetto del settore giovanile e scolastico della Figc ideato per promuovere l’inclusione sociale e interculturale attraverso il gioco del pallone; il pass lo hanno staccato nella fase interregionale di Tirrenia.

Con quattro vittorie su cinque gare, hanno dominato il girone chiudendo a 13 punti in rappresentanza della Liguria, lasciandosi dietro il Trentino (10), la Lombardia (8), il Piemonte (6), l’Emilia Romagna (4) e il Friuli (0). E ora si preparano all’ultima fase, che si disputerà in data e sede ancora da stabilire e decreterà quale fra la rappresentativa del Nord, del Centro, del Sud e della Sicilia (a sé per l’alta presenza di rifugiati e richiedenti asilo nel territorio) sarà la migliore dello Stivale. Che il pallone sia un linguaggio e un mezzo universale è ormai cosa nota, ma per questi giovanissimi spesso non ancora maggiorenni è diventato occasione di riscatto, divertimento, socializzazione e abbattimento delle barriere. Così hanno vinto sul campo, ma in attesa della conferma nella finalissima, hanno già portato a casa qualcosa di più, grazie alla loro bravura e alla squadra dietro alle loro spalle, formata dal delegato regionale Figc Pier Giorgio Baudinelli, dalle dirigenti della Cittadella Laura De Santi e della Casa sulla Roccia Chiara Bonotti e dagli operatori Talib Bendra, Matteo Borsalino e Barbara Gemelli, che si sono anche alternati in panchina. Importante il supporto logistico di Spezia Popolare e Intercomunale Beverino.

L’integrazione inizia già nella squadra – spiega Bendra - : i nove ragazzi ospiti delle nostre strutture, provenienti tutti da paesi africani quali Guinea, Gambia, Senegal, Egitto, Tunisia, si sono mescolati ad altri tre giocatori esterni, secondo quanto previsto dalla formula di questo campionato, in arrivo dal Sudamerica. Ora la squadra aumenterà di altri tre atleti e noi accompagnatori siamo sempre vicini a loro, sia sul lato sportivo che sul lato umano. Sono ospiti delle rispettive strutture da non più di due anni e la sensazione, in attesa di sapere data e sede della finale, è una sola: sono felicissimi”. Per arrivare pronti all’appuntamento, ci sono gli allenamenti al campo Montagna in collettivo e da soli per la parte atletica, oltre alle sedute con i Mamas, Spezia Sport e Santerenzina.

“Il calcio – continua Bendra - insegna valori importanti: rispetto, collaborazione, saper stare in gruppo. Elementi fondamentali per promuovere l’inclusione e superare stereotipi e pregiudizi. Questa disciplina rappresenta uno spazio in cui le differenze vengono celebrate, piuttosto che temute, favorendo una società più inclusiva e rispettosa. Lo sport ha una capacità unica di unire persone provenienti da contesti sociali, economici e culturali diversi e grazie alla sua popolarità globale e alla sua semplicità di accesso, è diventato un potente strumento di integrazione promuovendo la coesione sociale e abbattendo le barriere culturali”.

Chiara Tenca