MATTEO MARCELLO
Cronaca

Cambiamenti climatici. Il Parco adotta un piano

Presentato con Legambiente un quadro di azioni mirate per tutelare il patrimonio delle Cinque Terre.

Il Parco nazionale delle Cinque Terre è il primo a dotarsi di un piano di adattamento ai cambiamenti climatici per l’area protetta (. foto d’archivio

Il Parco nazionale delle Cinque Terre è il primo a dotarsi di un piano di adattamento ai cambiamenti climatici per l’area protetta (. foto d’archivio

Il Parco nazionale delle Cinque Terre è il primo a dotarsi di un piano di adattamento ai cambiamenti climatici per l’area protetta. Il piano è stato presentato a Roma assieme a Legambiente, contestualmente alla presentazione delle linee guida per l’adattamento ai cambiamenti climatici nei Parchi. Il piano di adattamento climatico nasce dall’esigenza di fornire strumenti operativi e strategie di gestione che consentano di mitigare gli impatti del cambiamento climatico. Attraverso un approccio scientifico e partecipato, il documento definisce un quadro di azioni mirate, basate su soluzioni fondate sulla natura, che valorizzano il patrimonio delle Cinque Terre. Uno degli elementi cardine del piano è il recupero e la manutenzione dei tradizionali muri a secco, strutture essenziali per la stabilità idrogeologica e per la conservazione del paesaggio agrario storico. La valorizzazione e il ripristino di queste opere rappresentano una risposta efficace e sostenibile agli effetti erosivi e al rischio di dissesto idrogeologico, oltre a contribuire alla salvaguardia della biodiversità locale. Patrizio Scarpellini, direttore del Parco, ha sottolineato l’importanza di un’area protetta nell’ambito delle strategie di adattamento. "Il Piano avrà l’obiettivo non solo di contrastare l’abbandono del territorio, ma anche di favorire la continuità delle comunità locali". "Un momento decisivo per la tutela e la valorizzazione del nostro territorio – ha aggiunto il presidente Lorenzo Viviani –. Le Cinque Terre non sono solo un paesaggio da preservare, ma un ecosistema vivo, in cui l’uomo e la natura convivono in un equilibrio dinamico. Qui, la salvaguardia ambientale non passa dall’esclusione dell’uomo, ma dal suo coinvolgimento attivo".