REDAZIONE LA SPEZIA

Capitano morto di mesotelioma, Ministero condannato a risarcire

La Spezia, per il Tar è stata provata la correlazione tra l’esposizione all’amianto e la malattia: ai familiari 320mila euro. La sentenza del tribunale dopo il ricorso presentato dagli eredi

Il capitano di vascello per diversi anni ha lavorato anche nella base navale della Spezia

Il capitano di vascello per diversi anni ha lavorato anche nella base navale della Spezia

La Spezia, 27 gennaio 2025 – Un risarcimento di 320mila euro ai familiari di un militare morto di mesotelioma, contratta a causa della prolungata esposizione all’amianto. L’ennesima sentenza di condanna del ministero della Difesa per i tragici effetti della fibra killer è arrivata nei giorni scorsi dal Tar del Lazio, che si è pronunciato sul ricorso presentato dagli eredi di un capitano di vascello che ha prestato servizio su numerose navi, molte delle quali all’epoca dei fatti di stanza nella base navale della Spezia.

Nel dettaglio, l’uomo, entrato in Marina nel 1966, ha prestato servizio fino al 30 gennaio 2000: trentaquattro anni di lavoro durante i quali è stato trasferito per un periodo anche presso la base navale della Spezia, per essere imbarcato su Nave Cavezzale, Nave Piave e Nave Ape.

In precedenza, era stato assegnato a Nave Freccia, Nave Saetta, ai sommergibili Cappellini, Toti, Morosini e Torricelli, con il militare che, oltre alla Spezia, nel corso della carriera ha operato anche nelle strutture della Marina a Taranto, Brindisi, Messina, e all’isola della Maddalena.

Secondo quanto messo nero su bianco nel ricorso dai famigliari, assistiti dall’avvocato Ezio Bonanni, l’ufficiale – morto nel gennaio del 2009 a causa di un un mesotelioma pleurico – sarebbe stato esposto professionalmente ad amianto, nonché a numerosi altri inquinanti. La ctu chiesta dal tribunale ha evidenziato che “le attività espletate dal militare durante il servizio prestato nella Marina dal 1966 al 2000 hanno rivestito, secondo il criterio del ’più probabile che non’, un ruolo causale nell’insorgenza del mesotelioma”.

I giudici, nello stabilire che “si debba ritenere sussistente la responsabilità del ministero della Difesa per la patologia tumorale che ha colpito il capitano, determinandone il decesso. È da ritenere provato il nesso di causalità tra l’esposizione e l’insorgenza della patologia tumorale”, hanno condannato il ministero della Difesa a un risarcimento complessivo a favore della vedova e dei figli pari a 320.146 euro, oltre al pagamento delle spese processuali.

Matteo Marcello