Carcere, tubature a rischio: "Chiusura di due sezioni"

Fabio Pagani (Uil) lancia l’allarme: "Saranno trasferiti circa cento detenuti". Dito puntato sulla manutenzione. "Da anni segnaliamo i problemi inutilmente".

Carcere, tubature a rischio: "Chiusura di due sezioni"

Carcere, tubature a rischio: "Chiusura di due sezioni"

Problemi logistici così gravi da far paventare anche l’ipotesi di una chiusura di parte del carcere e il conseguente trasferimento di un centinaio di detenuti. A lanciare l’allarme sulla situazione è il segretario regionale Uilpa Polizia penitenziaria Fabio Pagani, che allunga ombre sul futuro della casa circondariale di via Fontevivo. Secondo Pagani "la direzione avrebbe comunicato prima al personale di Polizia penitenziaria poi alle organizzazioni sindacali (lo scorso 8 maggio) di avere chiesto all’amministrazione penitenziaria la chiusura parziale del carcere di Spezia e il trasferimento di circa 100 detenuti dei 160 detenuti presenti". In particolare a dover chiudere i battenti sarebbero la terza e seconda sezione "dove ci sono perdite di acqua ingenti provocate dalla rottura delle tubature ormai marce e deteriorate – prosegue Pagani – si teme il cedimento e soprattutto il rischio che i detenuti restino da un momento all’altro senza acqua, con l’imminente arrivo del periodo estivo".

Da moltissimo tempo, segnala Pagani, "si parla di interventi urgenti, ma la situazione sta peggiorando giorno dopo giorno, rimandando sistematicamente soluzione e i lavori necessari". E ora all’orizzonte si profila anche la "parziale chiusura dell’istituto, dove resterebbero solo una quarantina di detenuti, ovvero gli arrestati. Servono lavori urgenti strutturali in tempi certi e ravvicinati. A Spezia da anni si combatte con tubature marce e con il rischio legionella". Ancora da stabilire dove verrebbero trasferiti i 100 detenuti della seconda e terza sezione, anche in attesa di notizie ufficiali in tal senso dall’amministrazione carceraria. Ma i problemi non riguardano solo Spezia "che non è certo l’unica realtà carceraria in cui l’edificio cade a pezzi, ma situazioni analoghe – prosegue Pagani – insistono in decine di altri istituti pure di notevoli dimensioni. Il Governa deve mettere in campo un programma per la sanificazione e la messa in sicurezza degli edifici esistenti (dove possibile) o la costruzione di nuovi penitenziari".