Cartelle per 246 mila euro, ma l’imprenditore non ci sta e ‘batte’ il Fisco. Ne pagherà solo 40 mila

Gli erano stati contestati debiti non pagati per Irpef, Iva, Irap, Inps e altro, ma dovevano essere prescritte per decorrenza dei termini

L'imprenditore si è visto cancellare gran parte del debito (Foto di repertorio Ansa)

L'imprenditore si è visto cancellare gran parte del debito (Foto di repertorio Ansa)

La Spezia, 14 ottobre 2024 – Le cartelle dovevano essere considerate ormai prescritte per decorrenza dei termini e quindi il pagamento non dovuto. Pur avendo accumulato negli anni un debito considerevole alla fine dovrà versare solo un minima parte. E forse neppure quella. La linea difensiva degli avvocati è stata premiata e così l’imprenditore spezzino ha ottenuto uno sconto del debito davvero notevole. Si è visto cancellare dalla pendenza con il fisco circa dell’80% della somma dovuta.

L’ammontare del debito composto da cartelle Irpef, Iva, Irap, Inps, tasse automobilistiche e diritto annuale della Camera di Commercio non pagate e risalenti a diversi anni prima aveva raggiunto la cifra di 246 mila euro ma è stato ridotto a poco più di 40 mila euro. Lo ha deciso la corte di giustizia tributaria di primo grado del Tribunale della Spezia composta dal presidente Maurizio Caporuscio, relatore Francesco Sorrentino e giudice Pierlugi Fugacci. L’imprenditore aveva impugnato la comunicazione di iscrizione ipotecaria riguardante una serie di cartelle affidandosi agli avvocati Claudio Defilippi e Gianna Sammicheli.

A motivazione del ricorso i legali hanno dedotto l’inesistenza e di conseguenza la nullità dell’atto impugnato e delle cartelle per mancata notifica degli atti nonchè per la mancata indicazione del contraddittorio. Eccependo inoltre il vizio di motivazione, la decadenza e la prescrizione dei crediti tributari oltre l’eccessiva onerosità della pretesa. La corte ha annullato una parte dei debiti, alcuni dei quali risalenti a oltre 18 anni fa, pur rimanendo da saldare la somma consistente in poco più di 40 mila euro. Un taglio decisamente netto anche se sulla pendenza rimasta i legali hanno comunque intenzione di presentare ricorso impugnando la sentenza.

Massimo Merluzzi