Claudio Masseglia
Cronaca

Incubo cartelle pazze. Due richieste identiche da mezzo milione

Commerciante spezzino si è rivolto al Movimento difesa del cittadino. “Abbiamo sottolineato la grave anomalia e presentato un ricorso”. Numerosi casi per cifre più basse. “Ci difendiamo con la prescrizione”

Incubo cartelle pazze

Incubo cartelle pazze

La Spezia, 19 gennaio 2025 – Il conto salatissimo arriva tutto insieme a distanza anche di anni: vecchie tasse, bolli e sanzioni ormai dimenticate (e spesso, già pagate) che si materializzano all’improvviso. Spesso cifre a quattro zeri capaci di mettere in difficoltà famiglie e commercianti, costretti così a ingegnarsi per limitare i danni. Negli ultimi mesi molti casi sono stati registrati allo sportello del Movimento difesa del cittadino, attivo nelle sede di Confcommercio sotto la guida di Marco Saravini laureato in legge con decennale esperienza nel mondo dell’associazionismo, che si avvale della collaborazione dell’avvocato Francesco Rondini.

Una delle ultime vittorie del Movimento è legata alla cartella esattoriale da 187mila euro arrivata a un ex commerciante, colpito dalla crisi del suo negozio. Una cifra ancora più alta ha invece travolto un altro commerciante cui sono state recapitate all’agenzia delle entrate due cartelle esattoriali da 250mila euro l’una, per il mancato pagamento di tasse e bolli auto di oltre 10 anni fa.

“Ci siamo accorti – spiega Saravini – che una cartella esattoriale era identica all’altra, ad eccezione di una voce. Analizzandole bene ci siamo accorti di questa anomalia”. Così è stato fatto un ricorso stragiudiziale all’agenzia delle entrate “che di fatto ’paralizza’ le cartelle esattoriali: abbiamo sostenuto la prescrizione ultradecennale delle cifre contestate. In questi casi l’Agenzia delle entrate comunica il ricorso ai vari creditori, alcuni hanno negato l’esistenza della prescrizione, altri non hanno nemmeno risposto. In questi casi il ruolo si cancella”.

Di certo c’è che l’ente di riscossione non si è più mosso da ormai 6 mesi per chiedere il pagamento della due cartelle ’gemelle’. Emergono tante altre storie sempre legate a debiti vecchi di anni per cifre decisamente inferiori. Come quella del commerciante che si è visto arrivare una richiesta di pagamento di 37mila euro da un pool di avvocati, che aveva ’ereditato’ il suo credito da una banca. “Quella cifra avrebbe potuto mettere in seria difficoltà la sua attività commerciale, se non ricorrendo a un pesante prestito. Anche in questo caso abbiamo tirato in ballo la prescrizione come ho scritto nella mia pec agli avvocati che esigevano il credito: mi hanno risposto annullando la loro richiesta”.

Negli ultimi tempi a causare problemi ci sono messi i crescenti costi di luce, acqua e gas con bollette sempre più salate nelle case degli spezzini. “In tanti si sono rivolti a noi – spiega Saravini– io non prendo in carico una pratica se non ho la certezza al 99% di vincerla, per non dare false speranze”. In alcuni casi a complicare le cose è però il comportamento stesso degli utenti, a dir poco ’disattento’ come la vicenda della spezzina che per anni ha pagato le utenze senza però conservare le relative ricevute. Questione di ottimismo mista a ingenuità. “Una signora molto credente convinta che tutto il mondo sia buono: pagava senza tenere le ricevute, quando le hanno chiesto soldi indietro non aveva la prova dell’avvenuto pagamento. Per l’ultima richiesta ci siamo mossi scrivendo a una grossa impresa del settore energia chiedendo di inviarci copia delle fatture dei 3600 euro di presunto debito. Per tutta risposta sono ’spariti’ passando l’utenza a un altro operatore, annullando di fatto debito che, probabilmente, non era dovuto”.