Casa, numeri da allarme sociale: "Raffica di sfratti per morosità. Ma non si trovano più alloggi"

Sunia e Cgil puntano il dito sul crescente utilizzo turistico degli appartamenti sul territorio "Aumenti assurdi degli affitti, dare alle famiglie in difficoltà gli immobili non occupati".

Casa, numeri da allarme sociale: "Raffica di sfratti per morosità. Ma non si trovano più alloggi"

Luca Comiti segretario Cgil La Spezia

Centodiecimila alloggi della piccola proprietà non più disponibili per la locazione residenziale e oltre 120 mila sottratti alla locazione di lungo periodo (contratti superiori ai 3 anni). Questi gli ultimi dati diffusi dall’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate, che dimostrano come dal 2019 ad oggi, a livello nazionale, la tipologia contrattuale per finita locazione ha causato un’espulsione dei residenti dalle città, riducendo l’offerta di immobili per la locazione di lungo periodo. É un disagio abitativo che non accenna ad arrestarsi, come emerge dalle parole di Franco Bravo, presidente regionale Sunia e Luca Comiti, segretario generale della Cgil spezzina, che evidenziano come solo alla Spezia nel 2023 siano stati emessi 174 provvedimenti di sfratto, di cui 134 (79,30% del totale) sono per morosità a cui se ne aggiungono 40 per finita locazione di immobili, sempre più spesso convertiti in affitti turistici di breve durata. Un’emergenza abitativa che nella sola provincia spezzina registra un fabbisogno di almeno 2000 abitazioni. "Siamo di fronte a una situazione molto preoccupante – spiega Bravo – i dati riferiscono lo stato di difficoltà in cui si trova la città in cui mancano le case in affitto perché c’è stato uno sviluppo enorme dell‘uso turistico senza una progettualità. Abbiamo rilevato un fenomeno preoccupante, che vede l’aumento degli sfratti per finita locazione al fine di destinare l’alloggio come ricezione turistica o chiedere all’inquilino un aumento del canone fino al 40%". In tutto questo va considerato che il segmento di popolazione che si vede aumentato l’affitto è la famiglia media che così non sta più nei costi. Come rimarcato dalla Cgil, con riferimento alla graduatoria definitiva dell’ultimo bando, ci troviamo di fronte a 515 famiglie sotto la soglia di povertà, 99 famiglie residenti in alloggi impropri, 29 con sfratto, 289 anziani over 65 anni, 198 persone sole con minori a carico, 194 giovani coppie, 103 genitori separati o divorziati tutti in attesa di vedersi assegnato un alloggio popolare perché non riescono a sostenere il peso dell’affitto.

Qualcosa si potrebbe fare – spiegano dal sindacato – a partire dai 400 alloggi popolari sfitti e dalle 10033 abitazioni private non occupate in citta. "La nostra posizione – afferma Luca Comiti – è far cambiare le regole del gioco andando a implementare gli alloggi d‘edilizia popolare. Il tema della casa è fondamentale. Noi chiediamo un cambio di passo anche nell’offerta di alloggi dignitosi ai lavoratori migranti, fondamentali per la nostra economia. Questa provincia ha grandi potenzialità lavorative, ma è necessario creare le condizioni giuste affinché le persone possano arrivare nel nostro territorio per risiedervi o soggiornarvi per brevi periodi".

Alma Martina Poggi