La Spezia, 10 gennaio 2025 – Case da prendere in locazione quasi introvabili e prezzi in salita sono i due aspetti principali che rendono la situazione degli affitti in città ancora preoccupante. A spiegare la situazione a livello locale è Gianni Balducci, presidente provinciale Fimaa (Federazione Italiana Mediatori Agenti d’Affari) Confcommercio: “In realtà è cambiato poco rispetto all’autunno scorso, – dice – anche perché dal 15 dicembre a fine gennaio il mercato immobiliare è generalmente piuttosto fermo. Per avere delle previsioni attendibili si dovranno aspettare i primi di febbraio. Quello che posso comunque dire è che, con il proliferare delle strutture ricettive e con le conseguenti locazioni brevi, sarà difficile intravedere uno spiraglio di luce nel settore degli affitti”. Il discorso è invece diverso “per la compravendita perché in quel caso il trend mi sembra positivo. L’offerta è stazionaria, ma la domanda c’è sempre, i mutui sono scesi e le banche si sono un po’ aperte”.
In più si è creata “una nicchia particolare che è quella legata ai lavoratori impegnati nel settore della cantieristica, soprattutto originari del Bangladesh, che non trovando più immobili in affitto, si sono inevitabilmente buttati sull’acquisto. Riuscendo ad avere finanziamenti fino a 110mila euro, possono affacciarsi sul mercato, trovando appartamenti, magari non in perfette condizioni e non in zone di altissimo livello, ma comunque adatti alle loro esigenze. In generale comunque le richieste maggiori riguardano immobili di 4 vani con due camere, sala, cucina e bagno, situati nelle zone centrali, più o meno quelle che vanno dall’ospedale al centro storico, e a farle sono principalmente le famiglie”. Più fiducioso l’avvocato Luca Damian, presidente di Confedilizia, che ha riscontrato una situazione in via di chiarimento per quanto riguarda gli Aaut, appartamenti ammobiliati ad uso turistico.
“In alcuni casi c’è stato un ’innamoramento’ giustificato nei confronti di queste strutture, specialmente nel centro storico dove il tasso di occupazione è dell’80%, ma in altre è indubbiamente del tutto spropositato. Bisogna pensare che nella prima periferia la percentuale si abbassa al 30-35% e questo dato fa ben capire quanto nella maggioranza dei casi sia stato improduttivo togliere certi immobili dalla locazione ordinaria. Il primo passo dovrà essere quindi quello di recuperare alloggi nelle zone limitrofe ed è proprio in questa direzione ci stiamo già muovendo. Nel 2024 almeno 12 dei nostri soci hanno cambiato idea e sono tornati al più classico affitto 3+2, valutandone gli effettivi benefici. Poi ci sarà bisogno di trasformazioni urbanistiche e in questo sarà necessaria una spinta amministrativa verso nuovi insediamenti”.
Si pensa anche al futuro. “Nei prossimi due anni dovremo farci trovare pronti all’arrivo di nuovi lavoratori, professionisti con famiglie al seguito e con buone capacità economiche, che verranno a vivere in pianta stabile nella nostra città. Servirà essere quindi lungimiranti e facilitare il recupero di beni immobiliari, favorendo la diversa destinazione d’uso e prediligendo contratti più vantaggiosi. Il tutto per migliorare le esigenze abitative”. Per quanto riguarda, invece, il settore della compravendita “mi limito a dire che le zone che hanno sofferto di più sono state quelle della provincia”.