MATTEO MARCELLO
Cronaca

Spezia, casi di scabbia su bambini in età scolastica. I consigli di Asl 5

L’ultimo episodio riguarda un bimbo residente nell’entroterra. Dal settembre scorso sono ventiquattro i casi registrati tra i più piccoli. L’azienda sanitaria ha realizzato anche un opuscolo informativo. La malattia è causata da un acaro, Sarcoptes scabiei

Una pediatra visita una bambina. Da settembre 24 casi di scabbia in età scolastica

Una pediatra visita una bambina. Da settembre 24 casi di scabbia in età scolastica

La Spezia, 23 febbraio 2025 – L’ultimo caso confermato dall’azienda sanitaria riguarda un bambino residente in un comune dell’entroterra, con l’immediata comunicazione alla scuola frequentata dal piccolo e l’attivazione dei protocolli legati a sorveglianza sanitaria e disinfestazione dei locali frequentati dal giovanissimo, per una situazione che ha destato qualche preoccupazione tra le famiglie.

Stiamo parlando della scabbia, malattia infettiva contagiosa causata da un acaro – lo Sarcoptes scabiei –, ancora abbastanza diffusa nello Spezzino. Una malattia di cui oggi si parla sostanzialmente poco, ma che continua a esistere, con numeri fortunatamente lontani da situazioni di allarme. La Nazione, alla luce dei recenti casi, ha fatto il punto con Francesca Torracca, direttrice della struttura complessa di Igiene e sanità pubblica di Asl5.

Nei giorni scorsi è stato accertato un caso di scabbia in un minore residente nell’entroterra. Dall’inizio dell’anno scolastico quanti sono stati i casi registrati in età scolastica nello Spezzino?

“Dal 16 settembre 2024 al 21 febbraio i casi confermati di scabbia in età scolastica sono stati 24”.

Siamo di fronte a una recrudescenza della malattia, o i numeri registrati a livello territoriale sono in linea con gli anni precedenti?

“Il numero di casi totali notificati, inclusi quelli scolastici, a livello territoriale si è ridotto nel 2024 rispetto al 2023. Attualmente, è sostanzialmente in linea con l’anno precedente”.

Quali sono i protocolli messi in atto a seguito di un caso accertato di scabbia?

“La scabbia è una malattia infettiva contagiosa non grave, che si manifesta comunemente con prurito intenso, soprattutto notturno, e frequentemente anche con eruzioni cutanee. Per curarla si dispone di farmaci e, se diagnosticata tempestivamente, si risolve in modo rapido. La diagnosi di scabbia deve essere sempre fatta da un medico. A seguito della segnalazione del medico, la struttura sanitaria competente effettua l’indagine epidemiologica per identificare i ’contatti stretti’ del caso. Per evitarne la diffusione, il paziente e i contatti stretti devono essere sottoposti a trattamento con medicinali, sotto forma di creme o lozioni, prescritti dal medico”.

E per i luoghi e gli ambienti frequentati dalla persona ammalata?

“Sono indicate semplici norme igieniche per la gestione della biancheria personale, di vestiti, coperte e lenzuola e per la pulizia e disinfezione degli ambienti, degli arredi e delle superfici: vista la scarsa resistenza degli acari nell’ambiente (massimo uno, due giorni; ndr) è sufficiente un’accurata pulizia a umido dei locali e degli arredi con materiale monouso, utilizzando comuni detergenti in associazione a cloro derivati. La struttura complessa di Igiene e Sanità di Asl5 ha predisposto un opuscolo informativo che è a disposizione di chi ne facesse richiesta”.

Quali sono le principali modalità di trasmissione e contagio della malattia?

“La scabbia può essere trasmessa in seguito a contatti fisici diretti, generalmente prolungati e stretti, ad esempio pelle contro pelle o pelle contro mucose, con una persona malata, ovvero più raramente per contatto indiretto con oggetti personali infestati come vestiti e lenzuola”.

Ci sono delle buone prassi per prevenire questa malattia?

“La scabbia è una malattia diffusa in tutto il mondo, endemica in molti paesi sviluppati, tra cui l’Italia. Soprattutto d’inverno può colpire chiunque, indipendentemente da età, sesso, etnia, classe sociale, igiene personale o abitudini di vita. Non vi sono misure di prevenzione specifiche da mettere in atto se non quelle del rispetto delle norme igieniche comuni”.