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Continuano a destare preoccupazioni le condizione dell’area della storica chiesa dell’Accola a Borghetto Vara. Nonostante il maxi finanziamento da 300mila euro del ministero per i Beni e le Attività culturali che ha permesso di ripristinare ed effettuare la manutenzione della chiesa di Santa Maria Assunta della corte, nell’area attorno all’edificio religioso sono ancora molte le criticità. È proprio il comitato presieduto da Andrea Licari, sorto proprio per promuovere lo storico luogo religioso molto caro alla comunità borghettina, a rilanciare sulle condizioni dell’area. "Il fondamentale lavoro portato avanti negli anni dalla nostra Associazione ha permesso di raggiungere un risultato straordinario, anche se ciò non toglie che la salvaguardia di un edificio storico così importante si possa definire raggiunta. Resta infatti viva la problematica delle tombe, molte delle quali in stato di abbandono da decenni, pericolosamente addossate alla Chiesa dell’Accola: una tematica da affrontare nel più breve tempo possibile e che solo il Comune, tramite apposita ordinanza, può affrontare" fanno sapere dal comitato, che mette nel mirino proprio il Comune. "Non possiamo che rammaricarci dinanzi al fatto che il Comune si dichiari interessato, solo a parole, a una questione di primaria importanza culturale per il territorio di Borghetto e di tutta la Val di Vara". Anzi, l’ultima iniziativa dell’amministrazione, l’apposizione di alcuni cartelli stradali turistici, non è piaciuta al comitato: "Spiace constatare che l’amministrazione sia incappata in una gaffe, legata al cartello dalla finalità turistica con la dicitura ‘Abbazia dell’Accola, IX secolo’: peccato che l’edificio in questione non sia in realtà un’Abbazia né tanto meno risalente al nono secolo.
Il termine Abbazia è dovuto ad un’errata vulgata, perchè un’abbazia non c’è mai stata. Quindi la datazione: nell’881, tarda età carolingia riportata nella cartellonistica, all’Accola è attestata la presenza di una curtis, cioè un centro di amministrazione fondiaria. L’indagine dell’Università di Pisa ha permesso di risalire al periodo di fondazione dell’edificio attuale, cioè il pieno o il tardo Trecento. Riportare in un cartello destinato ai turisti informazioni lontane dalla realtà storica è un errore per il quale ci aspettiamo una pronta rettifica".