
Venti milioni di euro e spiccioli in un anno, iva esclusa. I dati degli incassi del colosso del trasporto ferroviario relativi ai biglietti a tariffa ‘Cinque Terre’, il controverso ticket introdotto contestualmente all’avvio del servizio con treni dedicati ‘Cinque Terre Express’, sono finalmente svelati. La battaglia di trasparenza vinta dagli operatori commerciali, cittadini e pendolari delle Cinque Terre, assistiti dall’avvocato Roberto Lamma, ha costretto Trenitalia a rendere pubblici i dati degli introiti derivanti dalla vendita dei biglietti a seguito dell’introduzione della tariffa maggiorata. E le cifre sono eloquenti.
Dal documento di quattro pagine, relativo al 2018 e marchiato ancora con la dicitura ‘riservato’, si evince che la somma degli introiti derivanti dalla vendita di biglietti a Tariffa Cinque Terre, dei supplementi applicati alla tariffa Liguria e delle quote spettanti dalla vendita delle Cinque Terre Card, è stata di 20.104.529,01 euro al netto di Iva (22.115.091,911 la somma comprensiva di imposta al 10%). Nel dettaglio, i biglietti a Tariffa Cinque Terre intera (ovvero a 4 euro) emessi nel 2018 ammontano a 2.417.461, e hanno fruttato 8.790.767,27 euro iva esclusa, mentre i ticket a tariffa ridotta (2 euro, ndr.) sono stati 103.693 per 188.532,73 euro di ricavi iva esclusa. I supplementi alla Tariffa Cinque Terre, cioè quelli applicati a biglietti con origine o destinazione del viaggio al di fuori delle Cinque Terre, sono stati complessivamente poco più di 410mila tra interi e ridotti, e hanno portato nelle casse dell’azienda 886.362,55 euro.
Nel pacchetto vanno però considerate anche le quote che spettano a Trenitalia dalla vendita delle Cinque Terre Card, la carta venduta dal Parco nazionale che prevede una serie di benefici tra cui, appunto, lo spostamento in treno tra i borghi. Ebbene, nel 2018, a fronte dell’emissione di 949.161 biglietti, i ricavi di Trenitalia sono stati di 9.638.967,28 euro, iva esclusa. Un volume di denaro ragguardevole, generato in pochi chilometri di binari, che potrebbe essere persino maggiore. Nel documento che Regione Liguria ha inviato ai portatori di interesse nel rispetto di quanto maturato a seguito delle due sentenze al Tar e al Consiglio di Stato, mancherebbero infatti alcune voci di entrata in grado di far ulteriormente lievitare i ricavi generati dai servizi nelle Cinque Terre (formalmente non richiesti dal comitato) come quelli derivanti dai biglietti a tariffa ordinaria venduti ai residenti in Liguria durante tutto l’anno e anche ai cittadini non residenti nei pochi mesi invernali in cui il servizio ‘Cinque Terre Express’ non è attivo, e come il dato relativo agli abbonamenti. Voci che potrebbero, secondo le stime e le perizie indicate dal comitato durante la battaglia legale al Tar e al Consiglio di stato, far schizzare la somma dei ricavi annuali di Trenitalia a circa 25 milioni. Di certo c’è che l’importo dei ricavi messo nero su bianco nei dati desecretati da Trenitalia corrisponde al doppio del ricavo complessivo che la stessa Regione aveva stimato solo qualche anno prima, nel 2016. Il comitato composto da operatori commerciali, pendolari e residenti sta ultimando, assieme all’avvocato Roberto Lamma, la propria valutazione circa i dati inviati dalla Regione. Gli scenari? Molteplici: dalla richiesta di rivedere il contratto di servizio che lega Regione e Trenitalia a quella di investire sulle Cinque Terre una buona fetta di quanto ricavato dalla vendita dei titoli di viaggio dedicati.
Matteo Marcello