La Spezia, 10 dicembre 2020 - I circoli, che fanno della ristorazione e del servizio-bar un modo per ’esistere’ così da sviluppare la attività sociali, soffrono il diktat-capestro del governo che ha prolungato la chiusura, iniziata il 3 novembre, fino al 6 gennaio. Fra questi il circolo Arci Guernica di Ponte di Arcola di cui è presidente Giorgio Tedoldi, ex sindaco di Lerici.
Valutazioni? "Premetto che sono perfettamente consapevole della gravità della pandemia che ci ha colpiti, pertanto capisco e condivido sostanzialmente le misure restrittive adottate dalle istituzioni. Ritengo che, di fronte all’aggressività del contagio e all’impressionante numero di morti, ogni polemica rischi di essere non solo inopportuna,ma indecorosa"
Nessuna obiezione? "Una domanda, magari"
Quale? "Perché proibire ai circoli la possibilità di somministrare cibi e bevande secondo gli orari e le procedure previsti per bar e ristoranti?"
La proibizione è dovuta alle attività ricreative e culturali caratteristiche dei circoli... "E’ evidente che queste attività devono essere sospese: è una direttiva sacrosanta e nessun circolo si sognerebbe mai di ignorarla. Del resto la stessa direttiva vale per tutti i bar in cui, prima del covid, si giocava abitualmente a carte o a biliardo o si organizzavano iniziative musicali per rendere più piacevole la permanenza dei clienti. Mi domando però, ripeto, perché bar e ristoranti hanno ottenuto il diritto all’apertura negata ai circoli"
Una contraddizione... "Una constatazione amara: se è vero che tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge,queste norme anticovid sono, nello specifico, sostanzialmente discriminatorie e producono danni irreparabili per la sopravvivenza dei circoli stessi"
Il problema è attenzionato anche da Massimo Lombardi, consigliere comunale di"Spezia Bene Comune/Rifondazione Comunista": "Se, in parte, si possono comprendere le ragioni che hanno portato alla sospensione delle attività sociali, non si può in alcun modo comprendere il motivo per il quale si sia giunti alla decisione di impedire anche l’attività di somministrazione mentre questa viene permessa nelle attività commerciali. Una simile scelta appare come una mancanza di sensibilità verso questi luoghi che hanno messo al centro del loro mutualismo, aiuto e cultura. Per questo è importante che anche le istituzioni locali affrontino quanto prima questa tematica mettendo in campo un piano di sostegno al terzo settore che porti alla valorizzazione del tessuto associazionistico della nostra città preservandolo dalla grave crisi che dovrà affrontare nel prossimo futuro".
Corrado Ricci