Roma, 24 novembre 2024 – La guida in stato di ebbrezza può compromettere l’ottenimento della cittadinanza italiana. Chiedere per conferma a un cittadino straniero residente alla Spezia che, a causa di un decreto penale di condanna comminato dal tribunale cittadino dopo essere stato sorpreso alticcio al volante, si è visto rifiutare dal ministero dell’Interno la richiesta di cittadinanza. E neppure il ricorso al Tar di Roma, presentato per l’annullamento degli atti ministeriali, ha sortito l’esito sperato, con i giudici che hanno rigettato l’affondo legale. I fatti risalgono al 2014, quando l’uomo, dopo diversi anni trascorsi in Italia, ha presentato l’istanza volta a ottenere la cittadinanza italiana.
La risposta dello Stato è arrivata sei anni più tardi, al termine di una lunga istruttoria: nel giugno 2020 gli uffici del ministero comunicano il rigetto della domanda a causa di un decreto penale di condanna datato 26 giugno 2007 emesso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale della Spezia per il reato di guida in stato di ebbrezza e rifiuto di sottoporsi all’accertamento, commessi il 30 giugno dell’anno precedente. L’uomo non si è perso d’animo e, affidandosi a un legale spezzino ha bussato al Tar di Roma. Che, nei giorni scorsi, si è pronunciato nel merito della vicenda, respingendo il ricorso. “L’amministrazione ha il compito di verificare che nel soggetto richiedente risiedano e si concentrino le qualità ritenute necessarie per ottenere la cittadinanza – si legge nella sentenza – quali l’assenza di precedenti penali, la sussistenza di redditi sufficienti a sostenersi, una condotta di vita che esprime integrazione sociale e rispetto dei valori di convivenza civile”.
“Il collegio non considera irragionevole la scelta di attribuire rilevanza a un precedente penale di guida in stato di ebbrezza, reato che, sebbene oggetto dell’unica decisione giudiziaria di condanna, oltre a provocare un forte allarme sociale è connotato da un particolare disvalore rispetto ai principi fondamentali della convivenza all’interno dello Stato, in quanto suscettibile di mettere a rischio l’incolumità dei cittadini. Un fatto che denota un’insensibilità al rispetto delle norme del Codice della strada, che non può essere sottovalutata, visto il numero progressivamente crescente di incidenti stradali negli ultimi anni. In altre parole, si richiede che l’istante sia non solo materialmente in condizioni di effettivo inserimento nella società italiana, ma che sul piano dei valori mostri, indefettibilmente, una convinta adesione ai valori fondamentali dell’ordinamento di cui egli chiede di far parte con il riconoscimento della cittadinanza”.