REDAZIONE LA SPEZIA

Come al Cep di Prà. L’arte di strada per promuovere la riqualificazione

Fioribello, storica anima del movimento, rilancia sulla parete ’legale’ "Il nostro intento è abbellire la città, non certo vandalizzare gli spazi".

Come al Cep di Prà. L’arte di strada per promuovere la riqualificazione

Un muro per i writer: una ‘tela’ legale pronta a diventare opera d’arte. È il sogno di Gabriele Fioribello, esponente storico della street art spezzina attivo dal 1996, che ha proposto al Comune della Spezia la concessione di una o più pareti per la realizzazione di graffiti autorizzati, come quelli da lui realizzati al Megacine. Un’idea che potrebbe presto diventare realtà.

Come le è venuta quest’idea?

"La sto promuovendo da anni: ‘copio’ quanto accaduto a Genova nel quartiere Cep di Prà: un’iniziativa contro il degrado lanciata in una realtà non facile, che grazie all’arte di strada ha trovato una via per la riqualificazione e un miglior decoro. Così, un’area urbana è migliorata, acquisendo un nuovo valore culturale che ne esalta la vocazione, l’unicità e l’identità. Conosco diversi dei writer che hanno lavorato lì e memore di questo ho cercato di replicare questa esperienza anche alla Spezia".

Pare che ci sia un’apertura da parte dell’amministrazione: sarà la volta buona?

"Beh, indubbiamente non può che rendermi molto contento: l’assessore Casati mi ha accolto benevolmente e senza pregiudizi e la mia richiesta vuol proprio andare in questo senso, dimostrando che nei confronti della street art non devono esserci preconcetti".

Perché? Trova che siano diffusi, dalla sua esperienza?

"Ahimè, è palese che il cittadino medio abbia un pregiudizio nei confronti di questa forma d’arte e siamo noi che dobbiamo toglierlo. Purtroppo, in passato, alcune persone che non possono essere chiamate writer hanno vandalizzato e in più il cittadino medio non capisce che noi vogliamo abbellire per vocazione, piuttosto che deturpare e per questo cerchiamo spazi in cui esprimerci è consentito".

Anche perché, oggi come oggi la street art sta prendendo sempre campo, fra esponenti più o meno famosi. Ci potrebbe citare qualche esempio particolarmente riuscito?

"Il caso più lampante è una cittadina chiamata Quattordio, nell’Alessandrino, in cui arrivano i migliori e i privati chiamano gli artisti per avere i loro graffiti sulle proprie facciate: è come se ci fossero i Picasso del caso".

E alla Spezia, la situazione com’è?

"Spero che nel suo cammino verso l’apertura dei propri orizzonti: un atteggiamento e una disposizione che abbracci anche questa forma di espressione, ovviamente fatta in maniera autorizzata e legale. Fra 50 anni sarà quella di cui si parlerà sicuramente e già inizia a far capolino nelle gallerie".

Da ‘addetto ai lavori’, cosa consiglia per dare spazi e risalto alla vostra arte?

"Ripartirei davanti al muro di fronte alla Skaletta (il club in via Crispi, poco lontano dalle Poste, ndr): ormai non è più in buone condizioni. Si trattava di un’eccellenza all’avanguardia, poi si è fermato tutto e sta cadendo: meriterebbe di essere rimesso a nuovo".

Chiara Tenca