Ma come si diventa imprenditori? A rompere gli indugi e la timidezza della prima domanda dall’attenta platea è stata Irene Grieco studentessa dell’istituto “Da Passano“. "Intanto studiando – ha risposto Alessandro Laghezza – e facendo esperienza anche all’estero per aprire la mente e non guardare soltanto l’obiettivo finale. Occorre accettare le sfide". Un concetto ribadito anche da Alessandro Biggio. "Ho fatto esperienza sul campo anche se mi resta il rammarico di non aver completato il percorso di studio". L’esperienza e i consigli aiutano? Cosa avreste voluto sapere quando eravate giovani ? Ha chiesto Andrea Mozzachiodi dell’Its. "Sarebbe stato interessante e utile – ha spiegato Sara Scipioni – avere contatti con qualcuno che mi indicasse altre opportunità oltre al percorso al liceo scientifico e all’Università". Passato e futuro possono coesistere? La tecnologia può sostituire la tradizione? Se lo sono chiesti gli studenti rivolgendosi agli impenditori. "La falegnameria nella nautica - ha chiesto Giovanni Grassia del Cisita – quanto conta? "Una delle cose più importanti seulle imbarcazioni – ha risposto Carla Demaria – è rappresentata dagli interni. I clienti che acquistato yacht da milioni di euro sono estremamente esigenti nei dettagli. Da parte del nostro gruppo c’è molta attenzione ai dettagli e tra questi ci sono i mobili. per questo ci sono artigiani che vengono a lavorare per realizzare gli interni. Il mobile all’interno dell’imbarcazione spesso è quello che fa la differenza". Tra le curiosità la ceo di Bluegame ha svelato alcuni aspetti curiosi che le sono capitati in carriera. "Un cliente – ha ricordato – ha preteso di realizzare all’interno della barca una sala operatoria e girava con i medici a bordo".
"La stampa digitale – ha chiesto Chiara Chavez del Fossati – è importante per l’edilizia tecnologica? "La difficoltà – ha risposto Sara Scipioni – è quella di ottenere la certificazione sulla qualità della stampa. La prospettiva c’è e ci stiamo lavorando ma vedo più vicina l’intelligenza artificiale". Tema, questo, ripreso anche da Edoardo Garibotti."Non deve sostituire ma essere uno spunto per costruire". E dal punto di vista personale – ha domandato Lorenzo dell’istituto Pacinotti – cosa avete introdotto nelle vostre aziende?
"L’organizzazione – ha proseguito Edoardo Garibotti – che deve essere consona alla soluzione dei problemi. Noi abbiamo diverse aziende che gestiamo da Spezia e senza una adeguata organizzazione non si potrebbero gestire persone e culture differenti. Una buona gestione aiuta a capire". "Per quanto mi riguarda – prosegue Laghezza – il personal computer nel 1987 quando ancora le bolle doganali si scrivevano con la macchina da scrivere. Quella è stata la prima rivoluzione". "La nostra azienda è composta da 30 persone - conclude Alessandro Biggio – ed è stato importante il concetto del livellamento ovvero coinvolgere tutti rendendoli liberi di potersi esprimere".
Massimo Merluzzi