Chi con le serrande volutamente abbassate, chi con il locale pieno a metà, chi ancora mettendo a disposizione, per l’occasione, la sala più esclusiva. E chi approntando addirittura verande esterne. Da Levanto a Bocca di Magra, da Portovenere a Lerici, passando per Sarzana: il capodanno dei ristoratori del levante ligure, ancora targato e condizionato dal Covid, è stato variegato. Dopo Natale, le previsioni di un Capodanno con perdite fino al 50% per il settore della ristorazione si sono rivelate, purtroppo, corrette. A confermare il boom di defezioni è Antonella Cheli, titolare del ristorante Il Timone e dell’Antica Osteria del Carugio a Portovenere: "A fronte di un quasi tutto esaurito già ad inizio dicembre, sono cominciate le disdette a due settimane dal 31, arrivando a metà prenotazioni. Parliamo di un 40 50% di assenze dovute inizialmente a positività accertate e quarantene preventive, ma anche poi alla subentrata paura del pienone. Lo dimostra la scelta dell’asporto e l’affluenza consistente al locale già nei giorni seguenti". Stessa percentuale anche per il cenone organizzato da Mauro Zaccagno e dalla moglie Francesca Palilla, titolari del ristorante Al Cantiere a Lerici che hanno visto susseguirsi le disdette, una dietro l’altra, a ridosso del 31 dicembre. "E’ stato un piccolo calvario ricevere le tante telefonate di rinuncia, che hanno portato al dimezzamento dei tavoli e dell’incasso". C’è anche chi, a causa disdette, stava per rinunciare all’organizzazione del tradizionale cenone: poi le prenotazioni dell’ultimo momento hanno fatto cambiare idea. Maria Ida Bibolini e il marito Alberto Toffoletti, sono i titolari dell’Hotel Sette Archi – ristorante l’Archetto a Bocca di Magra: "Per entrambe le strutture – esordisce Maria Ida – avevamo quasi pieno sino a Natale ma, dopo il 26 una vera pioggia di disdette ci aveva portato a pensare di rinunciare al veglione. Incredibilmente poi fra il 29 e il 30 abbiamo recuperato un buon numero di presenze, grazie anche all’albergo tutto esaurito, per le quali è valsa la pena organizzare il cenone di capodanno".
Scelta diversa, di una voluta chiusura, quella dei fratelli Maila e Francesco Cutrì, titolari del ristorante Ciccio e Pinolo in via Montalbano a La Spezia. "Una decisione presa da tempo per stare in famiglia che si è rivelata poi la più azzeccata". Picco di rinunce anche nel centro cittadino, alla trattoria Bellavista di Alessandro Tavilla: "Ci sono state disdette continue a causa dei nuovi positivi ma siamo riusciti a recuperare coperti rimediando la serata con le chiamate dell’ultimo minuto". Bilancio positivo e senza disdette per Romina Pensa, titolare dell’Osteria Tumelin di Levanto: "Abbiamo lavorato bene in queste festività; certo rispettando le norme ho preferito avere qualche presenza in meno per il 31 ma al solo fine di un miglior distanziamento". Altrettanto positivo il quadro delineato da Fiammetta Gemmi, titolare della storica pasticceria a Sarzana e del ristorante Il Loggiato: "La carta vincente, oltre ai prodotti di qualità, sono stati anche gli ampi spazi dei locali che hanno permesso di ospitare tutti i nostri clienti provenienti da Sarzana e zone limitrofe".
Alma Martina Poggi