Contro il bullismo e le dipendenze. La battaglia parte dall’oratorio: "I dettagli fanno la differenza"

La parrocchia di San Pietro apostolo diventa piazza per affrontare i pericoli che minacciano i ragazzi. Il maresciallo avverte le famiglie: "Ascoltare è fondamentale: non sottovalutate le richieste d’aiuto".

Contro il bullismo e le dipendenze. La battaglia parte dall’oratorio: "I dettagli fanno la differenza"

Il prete di Mazzetta, don Sergio Lanzola, e il comandante della stazione carabinieri del quartiere, Giuseppe Cristiano

Dal bullismo - di cui minori e adolescenti sono sempre più vittime e carnefici - alla dipendenza da alcool e droghe, sostanze queste sempre più facilmente reperibili sul mercato e dai costi sempre più alla portata delle loro tasche. Dalle insidie di internet - strumento troppo potente già nelle mani dei più piccoli - al fenomeno ormai dilagante del "revenge porn" o del sextortion; passando per un’altra piaga che affligge oggi i giovanissimi: quella del cyberbullismo. Questi i numerosi e delicati temi affrontati dal comandante della stazione dei carabinieri di Mazzetta, il maresciallo maggiore Giuseppe Cristiano, nell’incontro che si è tenuto nell’oratorio della parrocchia di San Pietro Apostolo, nel tardo pomeriggio di martedì. Una sala gremita di genitori, nonni e ragazzi, tutti presenti e numerosi ma soprattutto desiderosi di capire meglio i propri figli, nipoti e coetanei insieme ad un mondo che nasconde insidie da riconoscere e da cui difendersi.

"La nostra esperienza sul campo in questi anni – esordisce il comandante della stazione di Mazzetta, Giuseppe Cristiano – ci ha fatto capire che esiste un comune denominatore che lega più o meno tutti i casi di bullismo: ed è la mancanza d’ascolto di una, magari piccola, richiesta di aiuto che il figlio ha lanciato. Richiesta talvolta impercettibile che può non venire colta oppure essere sottovalutata. Per questo è necessaria molta attenzione anche ai più piccoli dettagli". Così la semplice richiesta di non andare a scuola quella mattina, lamentando una fantomatica febbre, può sottendere un disagio e dunque essere una vera e propria richiesta di aiuto. O ancora il desiderio di cambiare istituto e materie di studio può celare una situazione di conflittualità o, peggio, di violenza. Così come i cambiamenti radicali e repentini nelle abitudini e nell’abbigliamento possono indicare una condizione di malessere che va tempestivamente indagata". E per quanto riguarda i rischi connessi all’uso di internet il comandante Cristiano è altrettanto preciso.

"Non lasciate i ragazzi da soli davanti al computer – consiglia - perché, specie i più piccoli, non hanno ancora la capacità e gli strumenti idonei per difendersi. Per loro è tutto un gioco, e questo può portarli talvolta a confondere mondo reale e scenario virtuale. Inoltre sarebbe opportuno mettere i filtri ai cellulari dei minori e, ogni tanto, magari a sorpresa, controllare chat, social e cronologia delle ricerche su ogni loro dispositivo". Il consiglio a tutti i presenti, genitori e figli in caso di situazioni di bullismo a scuola è quello di non aspettare ma, al contrario, di rivolgersi e segnalare immediatamente agli insegnanti, preside e, nel caso, alle forze dell’ordine. "Noi, anche per questo, - conclude - siamo qui, nella caserma di via Foscolo 130".

Alma Martina Poggi