La Spezia, 21 marzo 2020 - Era arrivato in ospedale a bordo di un’ambulanza biocontenitiva - con una bomboletta di ossigeno assicurata a naso e bocca - nella tarda serata di venerdì scorso. Subito era apparso grave. E le condizioni, nonostante tutte le terapie ossigenanti tentate, non sono mai migliorate. "E’ stabile". Così negli ultimi giorni il ritornello del bolletinomedico che lasciava sperare.
Ieri mattina, la doccia fredda: M.T.,il capo-officina di 54 anni della Fincantieri è morto nel reparto di Rianimazione, prossimo alla saturazione, nella corsa contro il tempo per salvare le vite umane. iI tam-tam della tragica notizia è rimbalzato anche nel piazzale vuoto dello stabilimento del Muggiano. Lì i dipendenti sono tutti in ferie forzate, su ordine dell’azienda che ha inteso fronteggiare così la messa in sicurezza. I lavoratori non hanno gradito. Ma il rischio contagio li ha indotti ad ingoiare il rospo, dopo la sciopero che aveva accompagnato la notizia del primo lavoratore "positivo" al coronavirus. Il capofficina morto era il secondo raggiunto dall’insidia. Ce ne è un terzo, un dirigente. Lo scomparso, motorista di lungo corso, era un uomo-chiave nella costruzione delle corvette per il Qatar. "Alcune decine" di lavoratori che hanno avuto contatti con lui e con gli altri colleghi positivi sono, secondo fonti sindacali, ancora in quarantena. Il lavoratore decedutoviveva da solo.
Era stato lui stesso a telefonare al 118 e chiedere aiuto quando, venerdì della scorsa settimana, era andato in corso a grosse difficoltà respiratorie. Un soccorso complesso quello effettuato, in via Lunigiana, complice la sua stazza considerevole. Nessuna nota scritta di Fincantieri. Il rituale delle parole di cordoglio è assunto dall’ufficio stampa, contattato per avere notizia delle persone in quarantena, dato per ora solo desunto dal fronte sindacale.
A diffondere una nota è stata Rifondazione Comunista, attraverso il segretario provinciale il segretario Verusckha Fedi che ha posto la sua firma a fianco di quella del segretario nazionale di Rc-Sinistra europea Maurizio Acerbo. "Mentre esprimiamo tutta la nostra più sincera e commossa vicinanza alla famiglia e ai colleghi del lavoratore che ha perso la sua battaglia contro il male, ribadiamo alla direzione Fincantieri quanto già detto nei giorni scorsi: il lavoro doveva essere fermato immediatamente. L’azienda ha invece indugiato troppo, nonostante fossero fioccate le segnalazioni sulle a dir poco precarie condizioni di sicurezza dell’ambiente lavorativo del Muggiano all’indomani della proclamazione della pandemia".
Rifondazione si premura di evidenziare che, attraverso il consigliere comunale Massimo Lombardi la criticità della situazione era stata segnalata al prefetto. "Oggi piangiamo una vittima e ci auguriamo di non farlo ancora nel prossimo futuro. Le vita delle persone e dei lavoratori vanno difese senza se e senza ma, così come ogni posto di lavoro, di qualsiasi azienda, quando questa maledetta emergenza sarà finita". Corrado Ricci © RIPRODUZIONE RISERVATA