EMANUELA ROSI
Cronaca

Covid, petizione per gli ospedali

Raccolte circa 1300 firme in pochi giorni per chiedere, attraverso la Regione, il piano dell’emergenza all’Asl

Ospedale Sant'Andrea (foto Frascatore)

Ospedale Sant'Andrea (foto Frascatore)

La Spezia, 17 aprile 2020 - “Differenziare i due ospedali, più assistenza territoriale“. E’, in estrema sintesi, la richiesta che il ‘Manifesto per la sanità locale’ ha trasformato in petizione dopo la vana attesa di risposte a quella inviata già un mese fa all’Asl e, altrettanto invano, sollecitata con una proposta articolata fatta arrivare anche al Prefetto. "Il silenzio dell’Asl è disarmante – sottolinea l’avvocato Rino Tortorelli, coordinatore del movimento – Alla richiesta di dedicare ai Covid uno dei due ospedali per lasciare l’altro “pulito”, differenziazione ancora più indispensabile con la ripresa dell’attività chirurgica, neppure ci è stato spiegato perché non viene fatto e qual’è l’eventuale strategia alternativa".

La risposta è arrivata invece dai cittadini: quasi 1300 hanno firmato la petizione lanciata sulla piattaforma online ‘change.org’ (http://chng.it/6gCj8prL). La petizione, indirizzata al presidente della Regione Giovanni Toti ed a Pierluigi Peracchini come presidente della conferenza dei sindaci, torna così a sollecitare informazioni sulla pianificazione dell’emergenza per le cure sia ospedaliere che domiciliari, un piano sanitario condiviso con i cittadini per l’emergenza ma anche per tornare alla normalità. E lo fa mentre notizie e storie che arrivano dal “fronte” della battaglia al Corona virus, continuano a lasciare segnali preoccupanti, dalla mancanza di reagenti per i test sierologici ai malati lasciati senza risposte sull’esito dei tamponi che a quasi due mesi dall’inizio dell’emergenza ancora non hanno consentito di avere un quadro chiaro dei contagiati neppure del personale sanitario e all’interno delle Rsa.

Uno degli aspetti che crea forse maggiori timori è la possibile “contaminazione” nei reparti ospedalieri che non sembra garantiscano certezze. L’attività chirurgica ordinaria ancora non è ripresa ma sembra in aumento quella d’urgenza dopo una fase di notevole calo. Così succede che dopo un’operazione il paziente venga ricoverato in un diverso reparto perché teoricamente “pulito” ma dove si erano registrati casi positivi tra il personale medico e infermieristico.

"La pandemia da Covid-19 non si ferma in pochi giorni; anche se superassimo il picco, – è scritto nella petizione – avremmo tante persone non immuni che ne verranno a contatto. Prima i nostri ospedali erano pieni. Ora le persone non si fanno ricoverare per paura di Covid 19. Questa situazione, in cui non si risponde alla domanda di salute ordinaria, non può durare all’ infinito". Sottolinea come l’azienda spezzina si sia attivata "facendo essenzialmente leva sull’impegno e sull’abnegazione altissima del personale sanitario". La "strategia operativa" però ancora manca, o se c’è non se ne vedono i frutti.

Si vedono invece "ricoveri Covid ovunque", pazienti sospetti che " passano per tutte le diagnostiche radiologiche e nei servizi essenziali (vedi oncologia)" ma anche in ostetricia. Quindi le richieste formulate nella petizione: divisione tra ospedale Covid e ospedale “pulito”, dispositivi di protezione Individuale a tutti gli operatori sanitari secondo il reale rischio, incremento del personale già carente prima dell’emergenza Covid. Si chiede poi che i test per anticorpi siano inseriti nel tariffario regionale e senza ticket, che venga sottoposto ad esame chiunque entri in ospedale e in caso di positività siano ricercati e testati tutti i contatti dal Gruppo Sorveglianza Attiva Territoriale. L’effettuazione, si rileva, "di test tramite tamponi è stata effettuata in maniera scoordinata e logisticamente impropria". © RIPRODUZIONE RISERVATA