E’ morto sul lavoro la vigilia di ferragosto. Una fine tragica, stroncato da un malore improvviso dopo aver consegnato un pacco nel quartiere Umbertino nell’assolatissimo primo pomeriggio di lunedì.
Se ne è andato così Fabrizio Croci, che gli amici chiamavano ’Tito’, corriere che secondo quanto comunicato dai sindacati lavorava per una ditta in appalto alla Sda. Aveva 59 anni. Lascia nel dolore la moglie e due figli che non riescono a capacitarsi dell’accaduto.
Fabrizio Croci si è accasciato a terra, sulle scale di un’abitazione di via Roma dove aveva appena consegnato un pacchetto. L’orario erano le 13,30 il dato è stato rilevato sul palmare in dotazione al corriere, dopo aver effettuato la chiusura dell’ultima consegna.
Scattato l’allarme, i soccorritori del 118 si sono precipitati sul posto eseguendo tutte le manovre rianimatorie, ma il cuore di ’Tito’ ha smesso di battere. E’ indubbio che quel pomeriggio del 14 agosto facesse molto caldo, è probabile che lo stress da lavoro abbia influito sulla tragedia, ma al momento mettere in correlazione le due cose sono soltanto ipotesi. Anche se le organizzazioni sindacali sono insorte dopo la tragica morte del corriere, sostenendo che le consegne a domicilio sono diventate come la catena di montaggio degli anni ‘50-‘60.
Il medico legale intervenuto in seguito al malore, nel suo referto ha parlato di decesso per cause naturali, un arresto cardiaco. Pertanto per la procura non ci sono le esigenze di effettuare l’autopsia e il pubblico ministero di turno Federica Mariucci, informata dell’accaduto ha subito restituito la salma ai familiari. I quali, però, vogliono vederci chiaro e pertanto hanno chiesto che venga effettuata l’autopsia medica, in carico all’Asl, per stabilire le cause del decesso. Un esame che, da prassi, dovrà essere effettuato a Lucca. Pertanto ci vorrà qualche giorno e i funerali di Fabrizio Croci non sono stati ancora fissati.
Massimo Benedetti