CHIARA TENCA
Cronaca

"Cuoro". Tutto (o quasi) sull’amore Gioia Salvatori in scena al Civico

Tutto sull’amore. O quasi. Con il suo monologo "Cuoro. Inciampi per sentimenti altissimi", Gioia Salvatori ci porta per mano...

Gioia Salvatori (foto di Manuela Giusto)

Gioia Salvatori (foto di Manuela Giusto)

Tutto sull’amore. O quasi. Con il suo monologo "Cuoro. Inciampi per sentimenti altissimi", Gioia Salvatori ci porta per mano all’interno di questo sentimento, fra miti, trasposizioni temporali, tic, ma anche una buona dose di sana ironia. L’attrice e autrice, ospite di Propaganda Live e co-conduttrice del programma Le Ripetizioni su Radio Rai 3 fa tappa per la seconda volta alla Spezia: appuntamento questa sera al Dialma Ruggiero alle 20.30, per una nuova data della rassegna Fuori Luogo. "Se non ci confrontiamo con i grandi temi – esordisce – , cosa ci stiamo a fare?"

Ha scelto un tema non da niente. "È fondante, per me e altri milioni di persone, ti mette di fronte alle tue personali contraddizioni; lo affronto attraverso i modelli letterari con cui sono cresciuta: i pattern che si possono reinventare - casi come Romeo e Giulietta - sono sempre luoghi in cui si può scovare il cliché che abbiamo introiettato. Il titolo dello spettacolo fa riferimento al gioco che non si incastra e su cui si genera la giostra dell’amore, su cui chiedo al pubblico di salire".

Gli esempi da cui parte sono illustri. "Ci sono anche Adamo ed Eva, la coppia per antonomasia da cui parte il mondo, o Madame Bovary, grandissimo romanzo la cui protagonista infelice ed esagerata ci porta a riflettere sull’emancipazione femminile e a cosa si prova quando si arriva a quel livello di disperazione".

Cosa ne esce dal rispecchiamento con l’amore contemporaneo? "Come dicevo, è una giostra in atto, aspettiamo uno con cui uscire, ma non vogliamo morire sulle montagne russe del sentimento: c’è quindi, anche una "scanzonatura" che è propria del mio carattere. Sono una persona in fondo un po’ giocosa e quindi dopo un po’ questo prendersi sul serio non mi piace".

E guardando alla propria persona? "L’altro c’entra indubbiamente nell’amore, ma l’educazione sentimentale è su di sé, e devo dire che mi fa ridere anche l’osservazione della mia persona. Alla fine, questo genera ilarità, diventiamo quasi ridicoli. Insomma, non possiamo esser tutti speciali. La parola inciampi fa riferimento a quando ti "intruppi", sbatti sull’altro e devi trovare luogo e modo in cui collocarlo, anche perché, può diventare motivo di fastidio".

Insomma, alla fine però non è sempre tutta sofferenza, in barba alle tragedie letterarie… "Le doglie d’amore sono sprecate, come direbbe il poeta: sono qualcosa attraverso cui guardare per trovare nuove forme per vedere come l’affetto fa effetto su di noi. Dove mi colloco? Perché mi comporto come una dell’Ottocento? In questa discrepanza possiamo trovare nuovi modi per raccontare questo "strazio": temi difficili, ma che ci fanno piacere e ci mettono in discussione. Ho voluto ridere di come finiamo ad interpretare un cliché e come ce ne tiriamo fuori quando l’amore impatta".

Chiara Tenca