GIANLUCA TINFENA
Cronaca

"Dai racconti di papà Sergio a Sky". Camicioli, giornalista con lo Spezia nel cuore

Il professionista spezzino è diventato il volto del motociclismo, ma non dimentica l’amore per i bianchi, suo primo banco di prova in tv

di Gianluca Tinfena

È il volto di Sky del motociclismo e in questi anni è stato uno degli anchorman di punta di Sky Sport 24, ma non ha mai dimenticato le sue origini. È Davide Camicioli l’ospite della nostra colazione di questa settimana. Spezzino di nascita e di tifo da sempre, ha iniziato a muovere i primi passi di giornalista televisivo proprio dallo Spezia Calcio per poi trasferirsi a Milano, lavorando per Inter Channel prima del suo passaggio nella squadra di Sky.

Com’è iniziato il tuo amore per le aquile?

È iniziato come per molti bambini della mia generazione, dalla prima partita al lo stadio vista con papà. Rimasi affascinato da quell’ingresso maestoso del vecchio Picco, chiesi a mio padre di cosa si trattava e lui mi raccontò la storia di Alberto Picco e subito dopo dello scudetto dei vigili del fuoco del 1944, rimasi affascinato ancora di più da quei racconti, sembrava di ascoltare una favola. Ho iniziato a seguire lo Spezia dall’inizio degli anni ’80, erano gli anni di Antonio Sassarini, Massimo Barbuti tra C1 e C2, ma anche e soprattutto di quel campionato straordinario del 1986 vinto con mister Carpanesi in panchina, sono e saranno sempre ricordi indelebili della mia infanzia.

Chi è stato il primo giocatore dello Spezia che hai intervistato nei tuoi esordi di giornalista in tv?

Il primo in assoluto fu Igor Zaniolo. Eravamo in C2, al suo primo anno allo Spezia nel 1997 dopo il suo trasferimento dalla Sanremese. In quell’anno c’erano anche altri due giocatori che scrissero una parte della storia dello Spezia, sto parlando di Roberto Chiappara e Stefano Sottili. Il mister era Luciano Filippi al quale mi lega ancora un bellissimo rapporto di affetto e di amicizia. Quell’anno arrivammo quinti in C2, da lì a poco si aprì poi quel periodo davvero bello ed emozionante dello Spezia di Andrea Mandorlini, un grande allenatore anche se mi ricordo che in un’intervista litigammo di brutto e lo feci andare su tutte le furie.

In quale occasione?

Venivamo da quella stagione perfetta di C2 imbattuti e dominatori del campionato, ma anche da quel successo in amichevole 4-1 contro il Milan di Shevchenko. Lo Spezia iniziò la C1 pareggiando a Lumezzane e vincendo in casa con il Brescello, alla terza giocava in trasferta con l’Albinoleffe e perse meritatamente 1-0. In conferenza stampa dissi durante un’intervista al capitano Roberto Bordin: “Oggi lo Spezia è rimasto a Spezia”, la prese male e anche Mandorlini sentì quell’affermazione e ci furono minuti di grande tensione. Poi ci siamo chiariti e quell’anno lo Spezia fece un ottimo campionato arrivando ai play off. Nulla in confronto ai nervi tesi con un altro allenatore che è transitato anche allo Spezia, sto parlando di Stefano Cuoghi, non accettava critiche neanche dopo le sconfitte. Con lui non ho mai avuto un bel feeling.

Qual è la partita della storia dello Spezia a cui sei particolarmente legato?

Emozionalmente quella della promozione in serie A del 20 agosto, ma non posso dimenticare le emozioni di quel Spezia-Alessandria 2-1 con rigore parato nel recupero da Hugo Daniel Rubini, anche se non mi scorderò mai di un derby giocato all’Arena Garibaldi tra Pisa e Spezia dove ho rischiato grosso con alcuni tifosi pisani che mi presero di mira. C’era un rigore per lo Spezia e Giorgio Eritreo fece gol, l’arbitro glielo fece ribattere e sbagliò la seconda volta, venne fuori il mio essere tifoso e dissi a voce alta che era una decisione assurda e scandalosa dell’arbitro. Per alcuni secondi me la sono vista brutta…

Che cosa dicono i tuoi colleghi di Sky dello Spezia di quest’anno alla prima stagione in assoluto in serie A?

È considerata da molti come la squadra rivelazione ed ha sorpreso per il coraggio di giocare sempre a viso aperto contro qualunque avversaria. Stanno scoprendo le qualità di Vincenzo Italiano che davvero sta dimostrando di essere un allenatore di ottimo livello.

Domenica ci sarà Inter-Spezia, c’è chi ha paragonato Italiano per alcune caratteristiche a Conte dei primi anni. Cosa ne pensi?

Di simile a Conte ha il fatto che entrambi vivono 24 ore al giorno di calcio, curano ogni singolo aspetto in modo maniacale e sanno come trasmettere le motivazioni giuste alla squadra, ma per la filosofia di gioco lo vedo più simile a Sarri dell’inizio, quello di Empoli che poi arrivò a Napoli. Lo Spezia gioca a memoria e sono convinto che anche a Milano giocherà allo stesso modo. Per mettere in difficoltà i nerazzurri punto sulla rapidità di Gyasi e di Nzola.