
Cremolini, il prefetto Forlani e Fernando Andolcetti alla Galleria Il Gabbiano nel. 2013
C’è stato un tempo in cui le gallerie non erano solamente luoghi di vendita, ma soprattutto spazi in grado di favorire la sperimentazione artistica e la scoperta di nuovi artisti, nonché luoghi di scambio e di progettazione. Erano i decenni d’oro fra gli anni Sessanta e i primi anni Ottanta. Rivolgendo lo sguardo al passato non si può che provare un grande dispiacere, pensando alle locali gallerie d’arte, che hanno permesso nel tempo la migliore conoscenza di pittori e scultori spezzini, chiuse tra il dopoguerra e i giorni nostri. L’ultima in ordine di tempo è stata Il Gabbiano che, dopo 560 mostre, ha concluso un viaggio andato avanti dal 1968 al 2018. "Nell’accogliente sede – spiega il critico Valerio P. Cremolini – è transitata molta grande pittura: l’alternativo, lo sperimentale e parecchio di ciò che ha partecipato e partecipa al rinnovamento delle tendenze artistiche. Di tutto questo va dato merito ai sei storici promotori che da autentici ed esigenti operatori d’arte si sono fatti speciali intermediari del lavoro svolto da artisti del passato e del presente".
Non dimentichiamo, comunque, rimanendo nel contesto cittadino, diverse altre gallerie che sono state, per lunghi periodi, note e affermate, tutte di diversa dimensione e importanza. Così, senza esprimerci nell’ardito compito di realizzare una classifica, citiamo ad esempio la Mazzoni, dal nome del titolare, e la libreria Adel di Attilio Del Santo, oppure, consapevoli (pur confrontandosi con l’esperto Cremolini) di scordarne qualcuna, ancora Spezia 66, Il Torretto, Golfo dei Poeti, Duemilauno, Studio 74, Minotauro, Menhir Arte Contemporanea (lo spazio Menhir è stato aperto ancora in via Manzoni, di recente, a dicembre, con la mostra di Maraboshi), Vallardi (chiusa l’anno prima del Gabbiano), Sprugola, Olmo, Bloom & Roosmann, Athena, L’Indice, Zetauno, San Giovanni, Passo Carraio, 900, 911, Bag-Brandi art gallery, Studio d’Arte Barrani, Cavana Arte Contemporanea.
Ma veniamo all’attualità dove Spezia ha oggi, nella sede dell’Ucai (Unione cattolica artisti italiani) – la cui attività si svolge ininterrottamente dal 1988 nel circolo culturale ‘Angiolo Del Santo’ di via Don Minzoni – lo spazio privato più longevo della città. Da non sottovalutare poi, la location di piazza Europa dell’associazione Startè presieduta da Paolo Asti (sorta nel 2000) che, dal 2021, presenta grandi mostre. Il nostro percorso continua, consci di poter dimenticare qualche realtà e circoscrivendo lo sguardo al solo capoluogo, con spazi più o meno deputati alle esposizioni, magari in commistione con altre attività: il Circolo Fantoni, nella nuova sede di Galleria Adamello, (dove attualmente ci sono le opere di Emilio Scanavino, fino al 15 marzo), poi il Bar Al Volo (fino al 14 marzo espone Ashenafi Birku Frassinelli), la Loggia de’ Banchi, il Birrificio del Golfo (l’ultima, ‘Tabbouleh’ di Daniela Spaletra finita il 1° marzo), lo spazio culturale Un Mondo a Parte di via Carducci (ad esempio ricordiamo a giugno Gloria Griggio), la libreria Il Contrappunto (a novembre la mostra di Sergio Scontrini), l’Ottica Venturini di Porto Mirabello (Claudio Jaccarino ha esposto a novembre), oppure Groove di Calata Paita (con la mostra fotografica durante il periodo dell’inaugurazione la scorsa estate, dedicata proprio al nostro caro collega scomparso Mauro Frascatore).